Il tumore alla cervice uterina, cioè alla parte bassa dell’utero è una delle neoplasie maligne più diffuse. Questa malattia, causata dal Papilloma virus (HPV), rappresenta la prima causa di morte, nel mondo, per neoplasia ginecologica.
Secondo gli ultimi dati, in Italia si registrano 1000 decessi all’anno per il tumore al collo dell’utero; circa 3000 sono le donne che si ammalano.
Numeri che si teme possano crescere a causa degli screening saltati e delle vaccinazioni anti Papilloma virus mancate negli ultimi due anni, per via della pandemia.
A sottolinearlo è una ricerca del Censis, che riporta tuttavia anche un dato positivo:
la propensione al vaccino nella popolazione dei genitori e l’interesse generale verso questo genere di vaccinazione sono cresciuti.
Quanto agli effetti indiretti della pandemia sugli screening specifici, il Censis mostra come la copertura dello screening cervicale tra le donne tra i 25 e i 64 anni sia scesa al 77,3% nel 2020, dall’81% registrato nel 2019.
La copertura vaccinale per il ciclo completo è passata dal 41,6% del 2019 al 30,3% del 2020, tra le undicenni, e dal 32,2% al 24,2% tra i maschi.
L’infezione da HPV è il più importante fattore di rischio legato al tumore della cervice uterina. Tra gli altri fattori di rischio:
Tra i sintomi della malattia:
Eseguire un Pap-Test una volta l’anno aiuta a prevenire questa patologia, a individuarne i segni precoci.
Gli altri esami che si effettuano generalmente per una diagnosi precisa sono:
Si procede con esami ancora più approfonditi, quando quelli di routine evidenziano delle anomalie.
Ricordiamo che con l’acronimo HPV (Papilloma Virus Umano) si identifica una classe di agenti patogeni composta da oltre 100 diverse varietà di virus. Nella maggior parte dei casi le lesioni dovute a questi virus sono curabili, spesso asintomatiche. Ne sono un esempio le verruche (che interessano la cute di mani e piedi o viso), i condilomi e i papillomi che invece riguardano le mucose genitali e orali.
In genere tali lesioni tendono a scomparire spontaneamente.
Talvolta purtroppo mutano in forme più gravi e danno luogo a tumori.
Per tenere lontane le infezioni batteriche e virali, compresa l’infezione da HPV, è importante seguire una dieta ricca di vitamine e sali minerali.
Oltre ai classici integratori di:
che contribuiscono ad aumentare l’efficienza del sistema immunitario contro gli agenti patogeni, può essere utile assumere anche un prodotto contenente la molecola AHCC®.
Si tratta di un composto noto per le sue proprietà immunomodulanti e da tempo impiegato come coadiuvante nelle terapie oncologiche (anche quelle utili per contrastare il tumore al collo dell’utero).
È la risposta immunitaria innata ad entrare in gioco in caso di infezioni come quella da HPV.
Si attivano meccanismi di difesa aspecifici, cioè non indirizzati contro uno specifico patogeno, piuttosto contro qualsiasi minaccia all’organismo. Si tratta della prima linea di difesa ed entra immediatamente in azione, a differenza della risposta adattiva, che ha bisogno di tempo per sviluppare anticorpi specifici.
L’immunità aspecifica è attiva anche nel caso di infezione da Sars-CoV-2; come alcuni studi hanno dimostrato, alcune persone sviluppano una sintomatologia Covid più leggera proprio grazie alla risposta immunitaria innata. È proprio quella su cui agisce l’integratore con AHCC®, un immunostimolante naturale che non presenta effetti collaterali particolari.
Il prodotto NKlife AHCC contiene estratto di fungo Shiitake (o Lentinula edodes) e:
Il prodotto è sicuro e non è tossico, gluten free e certificato VEGANOK;
in ogni caso si consiglia di informare il medico circa l’assunzione di qualsiasi integratore naturale.