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Uno dei processi fisiologici che accompagnano l’avanzare dell’età, e quindi l’invecchiamento delle persone, è la sarcopenia.

È un termine poco conosciuto che indica un processo molto lento ma inevitabile: con il passare degli anni le cellule muscolari perdono la capacità di riprodursi ai ritmi tipici di un organismo giovane, determinando una diminuzione della massa muscolare e, di conseguenza, della forza di contrazione muscolare. Si tratta di un fenomeno fisiologico che viene accentuato da alcune patologie, come ad esempio le fratture, che per guarire necessitano di un periodo di riposo che determina un mancato utilizzo del muscolo interessato e una diminuzione delle sue dimensioni.

La sarcopenia è un fenomeno che si osserva spesso anche nei malati oncologici che, in conseguenza dell’assunzione di chemioterapici, possono sviluppare questacondizione in tempi piuttosto rapidi, arrivando a perdere molto peso e, in particolare, massa muscolare.

Se il processo è difficilmente contrastabile nella persona sana, nuovi e recenti studi mostrano come sia possibile agire sulla sarcopenia nell’organismo malato, contribuendo al miglioramento generale della vita del paziente.

Un recente studio condotto in Italia ha mostrato come una terapia alimentare basata sull’assunzione di AHCC,un  alfa glucano estratto dal fungo Lentinula edodes, sia in grado di contrastare la sarcopenia nei pazienti oncologici.

Il ruolo dell’AHCC nella sarcopenia

Lo studio ha preso in esame l’andamento della sarcopenia in 50 pazienti con diagnosi di adenocarcinoma, una neoplasia maligna che colpisce l’epitelio ghiandolare di varie parti del corpo tra cui la mammella, il polmone, il pancreas e il colon retto e che, tra i sintomi manifestavano anche una sarcopenia.

I pazienti seguivano una terapia oncologica tradizionale, basata su chemioterapia e radioterapia.

Sono stati valutati due aspetti complementari alla terapia medica: la dieta, a base di proteine di origine vegetale, con una sola porzione di carne a settimana, cui sono stati uniti yogurt, frutta secca e diversi tipi di olio vegetale, e l’integrazione di una dose di AHCC pari a 1,5 grammi al giorno, da assumere prima di dormire.

Per tutta la durata del trattamento, i pazienti non hanno fatto uso di farmaci immunostimolanti.

I soggetti si sono attenuti alla terapia prescritta dai 3 ai 6 mesi (in base anche all’andamento della neoplasia), sottoponendosi alla misurazione della massa cellulare attiva ( il numero di cellule del muscolo in grado di moltiplicarsi) sia prima che dopo il trattamento.

Nell’80% dei pazienti la massa muscolare attiva, al termine del trattamento, era aumentata, mentre solo nel 20% dei pazienti non si è osservato alcun cambiamento, o cambiamenti minimi.

Solamente in due pazienti si è verificata una diminuzione della massa muscolare nonostante il trattamento.

Lo studio ha mostrato in modo inequivocabile che AHCC è utile per ridurre la perdita di massa muscolare nei pazienti affetti da tumore.

Si tratta di un dato che si aggiunge ad altre importanti evidenze scientifiche sull’uso di AHCC durante la chemioterapia per diminuirne gli effetti collaterali (vomito, nausea, perdita dei capelli, danni epatici e al midollo osseo).

Tuttavia, trattandosi di uno studio preliminare, esso non ha indagato sui meccanismi fisiologici generati dalla molecola per ridurre la sarcopenia.

La perdita di massa, commentano gli autori dello studio, dipende per lo più da un esaurimento delle riserve di grasso nell’organismo, che tolgono il “carburante” delle fibre muscolari, le quali lo sfruttano, appunto, per produrre l’energia di cui hanno bisogno, e questo impedisce la riproduzione delle fibre muscolari, che porta all’insorgenza della sarcopenia.

L’AHCC, in qualche modo, interviene riducendo questo meccanismo e, anche se le cause sono sconosciute, gli studiosi hanno avanzato diverse ipotesi.

 Ad esempio la riduzione dello stress, connessa alla riduzione di altri sintomi (come la nausea), evita il consumo delle riserve di grasso, e potrebbe contribuire indirettamente alla limitazione della sarcopenia.

Vi potrebbe anche essere un miglioramento dello stato immunitario, che porta ad aumento della resistenza nei confronti delle patologie anche lievi (come le infiammazioni dell’apparato respiratorio di origine batterica) e riduce il consumo di riserve dell’organismo.

Nel complesso vale la pena di approfondire il meccanismo che sta alla base dei risultati di questo studio che, tra l’altro, è riuscito ad individuare anche una dose terapeutica ideale di AHCC, per contrastare la sarcopenia e migliorare, nel complesso, la qualità di vita del paziente oncologico.



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