Il farmaco ravulizumab potrà essere somministrato ai pazienti adulti e a quelli in età pediatrica, anche se in precedenza dovessero aver ricevuto trattamenti analoghi. Lo ha deciso l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), che ha autorizzato la rimborsabilità del principio attivo, usato per il trattamento della sindrome emolitico-uremica atipica. Sono seicento in Italia i pazienti affetti da questa patologia rara.
Si tratta di una malattia acuta che si presenta raramente, in età pediatrica e adulta. È tuttavia la principale causa di insufficienza renale pediatrica. Gli organi colpiti sono principalmente i reni. Le pareti dei vasi sanguigni subiscono anch’essi danni e la patologia può coinvolgere anche il cuore, i polmoni, il cervello e l’apparato gastrointestinale. Può avere decorso sfavorevole e determinare anche il decesso del paziente, soprattutto se non diagnosticata in tempo.
Alla base della patologia vi è un’anomala attivazione di una componente del sistema immunitario. A causa di quest’anomalia, si crea un’infiammazione cronica che va a danneggiare i distretti del corpo già citati. Nella sua forma tipica (circa l’85% dei casi), la SEU rappresenta la più grave complicanza di un’infezione intestinale batterica, sostenuta da ceppi di Escherichia coli (STEC) produttori di una potente tossina detta Shiga-tossina (Stx) o vero-citotossina (VT). L’infezione si trasmette principalmente per via alimentare ma può anche essere contratta a seguito di un contatto stretto con ruminanti infetti o con un ambiente contaminato o per trasmissione interumana attraverso la via oro-fecale.
Il farmaco ravulizumab agisce sul sistema del complemento e tratta il paziente con SEU atipica in modo più efficace rispetto alle altre terapie. Inoltre, permette agli stessi pazienti di avere una migliore qualità della vita.
È una componente del sistema immunitario. Nello specifico, si tratta di un sistema di mediazione umorale, una difesa aspecifica dell’organismo rispetto alle malattie infettive.
Casi di SEU in famiglia e in ambiente scolastico impongono l’adozione di rigide misure igieniche, per evitare la diffusione del contagio.
I sintomi e i segni clinici sono riconducibili al danno renale, all’anemia acuta e alla trombocitopenia e, nei casi più gravi, possono comparire manifestazioni di carattere neurologico come sonnolenza, confusione, torpore, sopore, ottundimento del sensorio, strabismo e convulsioni, coma.
Il registro Italiano SEU è un importante strumento di prevenzione, raccoglie infatti elementi sui casi che si verificano in Italia e contribuisce ad individuare eventuali focolai della malattia.
Come abbiamo visto in precedenza, il sistema immunitario rappresenta un delicato equilibrio di fattori. Quando quell’equilibrio si rompe, l’organismo va incontro a malattie e sindromi di vario genere. Preservarlo è importantissimo. È la nostra barriera contro le aggressioni da parte degli agenti patogeni, contro le affezioni di qualsiasi genere e gravità. Ma la sua attività può essere anomala, per svariate ragioni. In genere, la componente familiare, quindi l’ereditarietà, gioca un ruolo principe nelle diverse patologie che possono affliggerlo.
Conservare un sistema immunitario efficiente significa avere uno stile di vita sano ed equilibrato (anche nell’alimentazione), fare attività fisica e cercare di tenere lo stress fuori dalla porta di casa. Semplice a dirsi, complicatissimo da realizzare.
Alimentarsi in modo sano, evitando la sedentarietà e integrando nella dieta (al bisogno e dopo aver consultato il medico di base o il farmacista) prodotti della ricerca nutraceutica studiati ad hoc è la strada giusta per tutelare l’attività del sistema immunitario.
NKLife AHCC® migliora l’efficienza del sistema immunitario e la resistenza alle infezioni. AHCC® è stato sviluppato nel 1987; i suoi benefici sono ben conosciuti dai ricercatori di tutto il mondo. Come rilevato in molte sperimentazioni cliniche, AHCC® è in grado di aumentare il numero di macrofagi e cellule killer (NK), aumentandone l’attività di oltre il 30%. La sua azione aumenta la produzione di citochine e incide sulle loro prestazioni, aumenta la produzione corporale d’interferone gamma e d’interleuchine 1, 2 e 12. AHCC® è inoltre in grado di inibire alcune citochine immunosoppressori e migliora l’equilibrio delle cellule Th1 e Th2.
AHCC® è stato sottoposto a numerosi test clinici e in vitro, su esseri umani e cavie, da oltre trenta Università e Istituti di Ricerca medica e oltre settecento ospedali nel mondo che hanno confermato la sua non tossicità e sicurezza. In particolare, la genotossicità è stata testata da test di mutazione inversa e test di micronucleosi, la tossicità orale di singole dosi e tossicità orale di dosi ripetute a 90 giorni sono state esaminate su roditori e un test clinico di fase I è stato condotto in soggetti sani.
Viene impiegato in ambito ginecologico (contro il Papilloma Virus), per contrastare le malattie del fegato, in caso di glicemia alta, come supporto alle cure oncologiche, allo scopo di arginarne gli effetti collaterali. Nei pazienti affetti da condizioni croniche e non curabili, rinforza il sistema immunitario indebolito, contribuendo al miglioramento della qualità di vita.
Fonti: EPICentro ISS; Ansa; MSD manuali; Ministero della Salute