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Fattori che possono favorire la Sindrome di Sjögren

La sindrome di Sjögren è una malattia autoimmune che può manifestarsi anche come conseguenza della policondrite ricorrente o recidivante. Ricordiamo che quest’ultima è anch’essa parte delle patologie autoimmuni, è considerata rara ed è caratterizzata dall’infiammazione delle articolazioni, in particolare della loro cartilagine. Le parti colpite sono in genere:

  • gli occhi,
  • il naso,
  • le orecchie,
  • la laringe,
  • la trachea,
  • i bronchi
  • i vasi sanguigni.

Ad alcune persone affette da questa malattia può accadere di sviluppare la sindrome di Sjögren.

Si tratta di una infiammazione dovuta all’alterazione delle normali funzioni del sistema immunitario.

Le difese dell’organismo aggrediscono le ghiandole che secernono fluidi e ciò determina una condizione caratterizzata da secchezza delle mucose, per esempio di quelle della bocca e degli occhi.

La secchezza colpisce non soltanto gli occhi e la bocca, spesso può riguardare anche altri distretti del corpo, come le articolazioni e il sistema nervoso centrale e periferico.

I sintomi della Sindrome di Sjögren

Dopo averli in parte già descritti, ricapitoliamo i sintomi della sindrome di Sjögren:

  • Secchezza della bocca e degli occhi
  • Secchezza della pelle e degli organi genitali
  • Parodontiti e congiuntiviti
  • Aumento di volume delle ghiandole salivari
  • Tosse secca
  • Vasculite
  • Dolori articolari
  • Astenia

Non sempre i sintomi sono compresenti, in molti casi il paziente avverte soltanto secchezza oculare e orale. La fascia d’età più colpita risulta essere quella tra i 30 e i 60 anni, con una netta prevalenza di pazienti di sesso femminile (circa il 90%).

Le cause della Sindrome di Sjögren

Le cause non sono chiare, come accade nella maggior parte delle malattie autoimmuni. Sulla base delle evidenze finora raccolte, la scienza ritiene che all’origine della manifestazione patologica appena descritta via sia una compresenza di fattori ormonali, genetici e ambientali. Si pensa, inoltre, che le infezioni virali (così come altri disturbi autoimmuni, come il lupus, l’artrite, la tiroidite di Hashimoto) possano contribuire ad aprire la strada alla malattia.

La sindrome può essere primaria o secondaria, a seconda che si manifesti da sola o in associazione a un’altra patologia autoimmune.  

Se non curata, può avere conseguenze molto serie (tra le altre, l’insorgenza di un linfoma non Hodgkin, una patologia del sangue che interessa le ghiandole linfatiche).

Come diagnosticare la Sindrome di Sjögren

Effettuare una diagnosi non è semplice. Il paziente che avverte costante secchezza oculare e orale, in associazione o meno ad altri sintomi, può essere orientato a sottoporsi a visite specialistiche con il ginecologo, l’oculista e il dentista. La sua condizione va monitorata giornalmente, in un dialogo costante che si instaura tra il medico e il paziente (il quale deve comunicare eventuali variazioni nei sintomi, rispetto alla loro intensità e durata). Può essere utile sottoporsi agli esami del sangue e a un test per valutare la velocità del flusso salivare. Esami specifici cui sottoporsi, sempre su indicazione del medico, sono il test di break up time, per valutare l’efficienza delle ghiandole salivari e il test di Schirmer, che misura la quantità di lacrime prodotte dalle ghiandole. Un ulteriore esame da effettuarsi è la biopsia del labbro inferiore, eseguita in anestesia locale. La biopsia serve a verificare l’eventuale infiltrazione dei linfociti nelle ghiandole salivari.

I farmaci impiegati per curare la Sindrome di Sjögren

La terapia mira a contenere gli effetti della sindrome sull’organismo e sulla qualità della vita del paziente. Si tende a curare le parti colpite, come gli occhi e la bocca, con trattamenti sostitutivi delle lacrime (nel caso degli occhi) e della saliva (nel caso della bocca). Il farmaco utilizzato è in genere la pilocarpina. Per controllare gli altri sintomi (come l’astenia e i dolori articolari), il medico può ritenere necessario il ricorso all’idrossiclorochina, agli antinfiammatori non steroidei e alla terapia ormonale a base di estrogeni (nei pazienti di sesso femminile).

Come agiscono gli integratori naturali nel supportare i percorsi di cura della Sindrome di Sjögren

La sindrome di Sjögren si cura con terapie farmacologiche, come abbiamo visto. Alcuni integratori alimentari, tuttavia, possono rappresentare degli ottimi coadiuvanti dei farmaci.

È il medico che orienta il paziente verso l’impiego di prodotti nutraceutici, in funzione immunomodulante.

Tali integratori si assumono anche in assenza di patologie, proprio per favorire il corretto funzionamento del sistema immunitario e aiutare l’organismo a difendersi dagli agenti patogeni.

Uno studio ha dosato i livelli ematici di citochine in pazienti sani e in un gruppo di pazienti malati, osservando un incremento delle citochine MCP-1, MIP-1beta e IL-8 nei pazienti affetti da policondrite recidivante. Si tratta di molecole proteiche che agiscono come proinfiammatori, si generano per attivare monociti, macrofagi e neutrofili.

Alcune di esse, come il composto AHCC®, sono immunostimolanti, sicure e altamente tollerate dai pazienti. L’alto contenuto di alfa e beta glucani permette di modulare la risposta immunitaria dell’organismo, intervenendo sulle infezioni, sui processi infiammatori e persino sulle cellule cancerose (stando ai risultati di alcune ricerche).

Le lunghe catene glucidiche tipiche del composto AHCC® consentono l’attivazione e la regolazione dell’attività di killing, da parte dei linfociti Natural Killer, cellule immunitarie altamente specializzate in grado di secernere citochine e chemochine (agenti coinvolti nella modulazione del sistema immunitario).

I beta glucani che caratterizzano la struttura molecolare di AHCC® sono noti anche per la loro attività di regolazione dei livelli di colesterolo, migliorano il metabolismo glucidico e riducono la tossicità intestinale.I beta-glucani sono in grado di potenziare anche l’attività antivirale.

La molecola AHCC® viene assimilata facilmente dall’organismo, attraverso l’intestino tenue. In sintesi, i glucani interagiscono con le cellule immunitarie, potenziando le difese o contenendo l’eccessiva attività del sistema immunitario.

L’alimentazione da seguire per i malati di Sindrome di Sjögren

Deve comprendere cibi ricchi di omega 3 (può essere utile integrare l’alimentazione con un prodotto naturale a base di questi grassi polinsaturi essenziali) e vitamine. Anche l’olio di cocco e i funghi medicinali come il reishie l’agaricuspossono contribuire a contenere l’infiammazione tipica della malattia di Sjögren. Esistono ottimi prodotti nutraceutici a base di reishie agaricus. Sebbene siano pressoché privi di effetti collaterali, vanno assunti, come il composto AHCC®, seguendo le indicazioni del medico.   



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