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La sindrome da stanchezza cronica, o sindrome da fatica cronica, è una patologia le cui cause sono ancora sconosciute, che fa parte del gruppo delle “malattie rare” ma che colpisce un numero sempre crescente di soggetti in Italia.
Si tratta di una malattia sistemica, che interessa tutto l’organismo, in particolare il sistema nervoso e quello muscolare.
La difficoltà di convivenza con questa malattia è data soprattutto dal suo carattere idiopatico, che la rende difficile da trattare.

Per molti anni si è pensato che alla base della patologia vi fosse un problema psicologico, nonostante la psicoterapia non sia mai risultata una terapia efficace. Oggi la sindrome da stanchezza cronica è considerata una malattia molto seria, che perdura nel tempo e la cui sintomatologia peggiora anche in seguito anche al minimo sforzo. Essere affetti da stanchezza cronica può rendere impossibile la conduzione di una vita normale.

I sintomi della sindrome da stanchezza cronica

I sintomi della patologia, a lungo sottovalutata, sono molto evidenti e conosciuti da tempo. Essi comprendono principalmente:

  • una fatica cronica persistente, che si protrae da oltre 6 mesi e che compare in seguito a sforzi anche minimi, che non passa nemmeno con il sonno;
  • problemi di memoria, che a volte sono così gravi da ridurre la concentrazione e anche la capacità di svolgere un lavoro;
  • dolori ai linfonodi, soprattutto a quelli cervicali e ascellari;
  • cefalea persistente e sonno non ristoratore;
  • dolori muscolari e articolari.


A questi sintomi se ne possono aggiungere altri, meno frequenti.
La malattia colpisce prevalentemente le donne e, più raramente, i bambini.
Il ruolo del sistema immunitario

Lungi dall’essere una patologia di origine psicosomatica, studi recenti hanno messo in luce il ruolo del sistema immunitario, spesso deficiente, nella comparsa della patologia. In particolare, la causa sarebbe da addebitare alle perdita di funzionalità delle cellule Natural Killer, deputate all’immunità aspecifica dell’organismo.

Al contempo, si è notata una maggiore attivazione dei granulociti eosinofili, che si occupano della difesa in caso di reazioni allergiche o simili, facendo così pensare ad una malattia di origine autoimmune, ipotesi comunque ancora da confermare.

Il basso numero di cellule Natural Killer, favorirebbe l’ingresso nell’organismo di piccole quantità di batteri e virus che, nel complesso, causerebbero la perdita della capacità delle cellule di produrre energia. Benché non in grado di scatenare infezioni gravi, renderebbero l’energia assunta con l’alimentazione impossibile da utilizzare, e proprio questo meccanismo sarebbe alla causa dei sintomi di stanchezza.

L’aumento degli eosinofili, poi, sarebbe la causa degli altri sintomi: l’attivazione continua del sistema immunitario fa sì che il corpo inizi a considerare dannose,scambiandole” con quelle batteriche, le sue stesse strutture, che vengono attaccate. Questo aggrava la mancata produzione di energia, da un lato, mentre aumenta il dolore, in particolare quello muscolare, dall’altro.

E’ come se nell’organismo si combattesse continuamente una guerra, infatti il paziente sovente lamenta sintomi simili a quelli causati dalla febbre, ma senza aumento di temperatura.

La terapia per la sindrome da stanchezza cronica

Le cause descritte rimangono, ad oggi, nient’altro che ipotesi, anche se alcuni studi sembrano confermarle. In particolare, è ormai confermata la ridotta capacità di produrre ossigeno delle cellule muscolari dei soggetti affetti da questa patologia.
La terapia attualmente in uso prevede la somministrazione di antibiotici e antivirali, atti a sopprimere i batteri che, in piccole quantità, si introducono nell’organismo, e di immunosoppressori che diminuiscono l’attività dei granulociti eosinofili.

Molto interessante risulta anche la possibilità di intervenire aumentando l’attività delle cellule Natural Killer, la cui carenza è, in qualche modo, collegata all’insorgenza della malattia, in quanto il sistema immunitario non sarebbe in grado di fermare l’ingresso dei patogeni.

Una molecola che funge da supplemento naturale per il sistema immunitario, è l’AHCC. Numerosi studi condotti a livello internazionale hanno dimostrato l’efficacia di AHCC sull’aumento delle cellule NK. Aumentando il numero e l’attività di queste cellule, si protegge meglio l’organismo affetto da stanchezza cronica, anche se non si tratta di una cura risolutiva.

AHCC, infatti, oltre a non essere un farmaco, non ha alcun effetto diretto sui granulociti eosinofili. In associazione ad AHCC, possono essere utili anche altri integratori, come i probiotici, che crescono nell’intestino evitando che i batteri patogeni possano proliferare, superando le difese immunitarie debilitate dell’organismo.




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