I cambiamenti climatici sono responsabili di un numero incalcolabile di conseguenze sulla nostra vita. Una di queste riguarda la diffusione delle allergie. A causa del riscaldamento globale saranno, come prevedono gli esperti, non solo ancora più comuni, ma anche più presenti. Attualmente restano circoscritte, almeno quelle da polline, a determinati periodi dell’anno. Con le temperature mutate e stagioni che non somigliano più tantissimo a sé stesse, le allergie potrebbero accompagnare le attività umane tutto l’anno.
In Italia, secondo le stime della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica, le persone interessate da questo fenomeno potrebbero essere 10 milioni (si tratta del numero degli italiani che attualmente soffrono di allergie stagionali).
Se fino a qualche anno fa, le allergie ai pollini si riaccendevano in primavera, ora il fenomeno riguarda anche la stagione autunnale e parte dell’inverno. Pensiamo alle temperature record di queste ultime settimane, all’estate che sembra non voler mollare soprattutto nelle regioni del Sud. Uno degli aspetti negativi delle temperature di questi ultimi giorni è proprio il diffondersi di alcune manifestazioni allergiche. Diverse specie di piante sono nuovamente interessate dal processo della fioritura in una stagione in cui solitamente si assiste alla caduta delle foglie dagli alberi. Il 2022 è stato l’anno più caldo dal 1800, l’evidenza è stata confermata proprio in queste ore.
A preoccupare gli allergologi non sono soltanto le fioriture in autunno, ma anche il prolungarsi di quelle primaverili e le produzioni di pollini in inverno, che possono coprire un certo numero di settimane.
Di questo passo, dunque, sarà sempre più probabile e più frequente lo sviluppo di allergie non esattamente di stagione. Si parla addirittura di una finestra di due mesi in più per le manifestazioni allergiche, rispetto a quello che era considerato, fino a poco tempo fa, il calendario delle allergie.
Inoltre, l’autunno è per chi è allergico alle muffe e agli acari un momento già molto difficile. Come ci si può attrezzare, per evitare di sviluppare allergie o per contenere i sintomi?
Si tratta della risposta del nostro organismo agli allergeni contenuti nel polline e nelle muffe. In alcune persone questa risposta può dare origine a una sintomatologia molto fastidiosa. La manifestazione più evidente dell’allergia ai pollini è la rinite allergica stagionale. Gli agenti allergizzanti colpiscono prevalentemente l’apparato respiratorio: il naso cola; gli occhi lacrimano e si starnutisce molto spesso. Si può anche avvertire uno stato di malessere generalizzato.
L’allergia è correlata alla produzione, da parte dell’organismo, di una quantità eccessiva di anticorpi (le immunogluline E – IgE), successivamente all’esposizione all’allergene. Tali anticorpi favoriscono il rilascio delle istamine, che provocano l’infiammazione di tessuti e mucose, causando i famosi sintomi dell’allergia. In parole semplici, si tratta di un meccanismo che il corpo usa per espellere gli agenti allergizzanti.
Nella maggior parte delle allergie da funghi, gli allergeni sono costituiti dalle spore o da loro derivati. Le malattie respiratorie su base allergica legate alle muffe sono, secondo alcuni dati, più frequenti di quelle legate ai pollini. Anche in questo caso, possono verificarsi riniti, congiuntiviti e asma. L’allergia provocata dagli acari (piccolissimi organismi che vivono nella polvere) è probabilmente ancora più diffusa. I sintomi riguardano le vie respiratorie (asma e rinite), ma anche la pelle e gli occhi. Nel caso di queste allergie, i responsabili sono gli oggetti (i mobili, per esempio) che abbiamo in casa o in ufficio.
Innanzitutto, è bene accertare la presenza di un’allergia con uno specifico test; il medico di base prescrive l’esame e una volta accertatosi di essere in presenza di fronte a una manifestazione allergica, procede con la cura. Generalmente è sufficiente non esporsi alla fonte dell’allergia. Tra i farmaci più indicati per curarle: gli antistaminici, i decongestionanti e i cortisonici. In alcuni casi, si può decidere di scegliere la via dell’immunoterapia.
Il sistema immunitario, in condizioni normali, consente all’organismo di rispondere correttamente alle minacce (agenti patogeni, virus e tumori). Può capitare però che sia troppo attivo o, al contrario, che lo sia poco.
Quanto è iperattivo può danneggiare l’organismo, favorendo infiammazioni o patologie autoimmuni; quando è poco attivo, invece, l’organismo è più esposto al rischio infezioni.
Perché le nostre difese siano sempre funzionanti, in maniera calibrata e corretta, occorre avere uno stile di vita sano e attivo, mangiare in maniera equilibrata, contenere lo stress, dormire almeno 7 ore per notte (il sonno deve essere di qualità) ed evitare alcol e fumo.
L’alimentazione da preferire comprende cibi contenenti vitamine (la C e la D in particolare), sali minerali e altre sostanze utili al sistema immunitario. Zucca, ortaggi verdi, frutta secca, pesce ricco di omega3 come il salmone, legumi e cereali (soprattutto integrali), cioccolato, yogurt e tutta la varietà di frutta che abbiamo a disposizione aiutano il sistema immunitario a mantenersi in forma.
Anche gli integratori naturali possono svolgere un ruolo importante, soprattutto in assenza di carenze. Il più indicato per il miglioramento dell’efficienza del sistema immunitario è l’AHCC®. A base di estratto di fungo Shiitake, è un integratore unico al mondo, per via del suo processo di coltura brevettato in crusca di riso. Si assimila immediatamente e gli effetti per le difese dell’organismo sono provati da diversi studi. Stimolando il sistema immunitario, migliora la resistenza alle infezioni. Le sue funzioni non si esauriscono qui. Visitate la relativa pagina con i dettagli sul prodotto per scoprire tutte le sue proprietà. Ricordando anche che è opportuno segnalare al medico l’assunzione di un integratore alimentare, soprattutto se si seguono delle terapie.