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L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il tumore al collo dell’utero (cervice uterina) possa essere eradicato entro il 2030. Gli strumenti non mancano; l’obiettivo è ambizioso ma raggiungibile, soprattutto grazie agli screening regolari e alla vaccinazione.

Il tumore alla cervice uterina è il terzo più frequente tra le pazienti. Ogni anno, sono 6500 circa i nuovi casi di tumore dovuti al Papilloma Virus umano.

L’HPV causa diversi tipi di tumore

Ci siamo già occupati di questo agente, identificato come il secondo virus responsabile di cancro nel mondo. L’agente patogeno genera le infezioni che frequentemente si trasmettono attraverso i rapporti sessuali. Il tumore al collo dell’utero non è l’unico causato dall’HPV. Oltre a questa malattia, l’agente è in grado di provocare tumori all’ano, all’organo genitale maschile, alla vagina e al distretto testa collo (cancro alla faringe e alla laringe compresi).

Recentemente è stata celebrata la Giornata Mondiale contro l’HPV, in occasione della quale sono state lanciate una serie di campagne di informazione e prevenzione (Fonte: IRCCS Ospedale San Raffaele).

La pratica vaccinale non è ancora abbastanza diffusa

Si parte proprio dalla prevenzione, con i vaccini. Un tasto, in realtà, dolente: la pratica vaccinale contro l’HPV (Human Papilloma Virus) non è diffusa quanto dovrebbe. C’è ancora tanta disinformazione in merito; elemento che non aiuta le giovanissime a orientarsi. Il vaccino è ancora troppo spesso oggetto di diffidenza.

I programmi di screening inoltre non fanno registrare un’adesione completa della popolazione femminile (anche se le percentuali sono alte) e le attuali difficoltà che le strutture sanitarie stanno affrontando (anche per via delle conseguenze della pandemia) non aiutano.

Perché l’HPV (Human Papilloma Virus) è considerato il maggior responsabile dei tumori alla cervice?

I dati in possesso della scienza testimoniano che le diagnosi di carcinoma invasivo del collo dell’utero vedono nel 95-98% la presenza dell’agente patogeno.

Identikit del tumore alla cervice uterina

Si tratta quasi sempre di un carcinoma a cellule squamose; qualche volta di un adenocarcinoma. La diagnosi riguarda in media donne cinquantenni. È frequente nella fascia d’età 35-44. Secondo le statistiche la mortalità è più alta nei Paesi a basso e medio reddito. È la tipologia di cancro più frequente in 23 Paesi, tra le donne; in 36 Paesi è al primo posto tra le cause di decesso.

Il rischio di contrarre l'HPV aumenta quando il sistema immunitario non è efficiente

Non è sufficiente il Papilloma Virus a determinare lo sviluppo del carcinoma. Un altro fattore che favorisce la genesi del tumore è la fragilità del sistema immunitario. L’organismo umano entra frequentemente in contatto con l’agente virale (negli anni), ma riesce a neutralizzarlo grazie alle proprie difese immunitarie. Quando il sistema di difesa dell’organismo è deficitario, per cause che possono essere diverse, l’agente patogeno resta nell’organismo (in particolare nell’organo genitale femminile) e lentamente agisce alterando le cellule. Insomma, più a lungo resta attiva l’infezione virale, più aumentano le probabilità di sviluppare un tumore. Lo stesso meccanismo vale anche per altre tipologie di cancro. Le infiammazioni e le infezioni dovrebbero essere curate tempestivamente. Il loro trascinarsi nel tempo non sempre degenera in un tumore, ma può accadere che ciò si verifichi.

Il precursore del cancro cervicale è la neoplasia intraepiteliale cervicale. La grande maggioranza dei casi di neoplasia intraepiteliale cervicale e di tumore della cervice uterina invasivo è causata da un'infezione persistente di papillomavirus umano, trasmessa principalmente attraverso l'attività sessuale. La maggior parte (70%) delle malattie precancerose e invasive può essere direttamente attribuita ai tipi di papillomavirus umano 16 o 18; tuttavia, il 99% dei campioni di cancro della cervice uterina contiene DNA di un genotipo del papillomavirus umano ad alto rischio (Fonti: Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS; MSD; Humanitas).

Quali sono i sintomi del tumore alla cervice uterina

La malattia è molto spesso asintomatica, almeno nelle fasi iniziali. Per questa ragione è importante sottoporsi a screening periodici (PAP Test; HPV Test; Colposcopia; Ecografia transvaginale e Visita ginecologica) per escludere la presenza del virus e/o l’insorgenza della patologia. Quando si presentano, i sintomi possono essere i seguenti:

  • sanguinamento vaginale (anche dopo i rapporti);
  • secrezione vaginale o cervicale persistente;
  • rapporti sessuali dolorosi.

Non sempre chi manifesta tali sintomi ha il cancro. Naturalmente occorre rivolgersi al medico per escludere la presenza della malattia e indagare sulle ragioni della sintomatologia.

Che cos’è l’HPV Test

È un test biomolecolare che identifica se sia presente nelle mucose il DNA del virus e, di conseguenza, se il soggetto sia esposto al rischio di sviluppare la malattia.

Essere positivi all’HPV Test non significa avere un tumore. Piuttosto è il segno che c’è un rischio che non va sottovalutato.

Che cos’è il PAP Test

Si definisce così il test di Papanicolaou (il medico greco-americano che lo ha messo a punto), è un esame citologico che consente, attraverso l’analisi delle cellule del collo dell’utero, di individuare precocemente lesioni precancerose e cancerose.

Come si tratta la neoplasia intraepiteliale cervicale

Viene identificata su piccole parti del collo dell’utero ed è una lesione precancerosa. Si procede con interventi conservativi (come la conizzazione) preservando i tessuti dell’utero.

Se la lesione è cancerosa, i medici valutano lo stadio e la strategia da adottare. L’intervento invasivo con l’asportazione dell’utero si effettua solo per i tumori avanzati e consente comunque un ottimo recupero da parte della paziente. La malattia può diffondersi ad altri tessuti, in questo caso si procede in maniera ancora differente, con un approccio multidisciplinare.

Un sistema immunitario sano è in grado di neutralizzare l’HPV

Come abbiamo visto il sistema immunitario è in grado di aggredire e neutralizzare, nell’oltre il 90% dei casi, l’HPV. I deficit nell’attività del sistema immunitario possono invece compromettere la capacità dello stesso di eliminare il virus.

Per tutelare le difese dell’organismo è importante avere uno stile di vita sano, come scriviamo sempre. Una corretta alimentazione e abitudini salutari (l’attività fisica regolare è tra queste) favoriscono l’attività del sistema immunitario.

Il ruolo degli integratori nutraceutici nell'HPV

Esistono inoltre prodotti nutraceutici (ovvero integratori alimentari che impiegano le proprietà degli elementi naturali contenuti negli alimenti per potenziare l’attività degli organi), che possono essere di grande supporto nel trattamento anti-HPV o che possono potenziare le difese naturali dell’organismo.

NKlife AHCC® in capsuleo in Soluzione Orale è un integratore che migliora l’efficienza del sistema immunitario e la resistenza alle infezioni. AHCC® è un supplemento alimentare prodotto dal micelio di fungo Shiitake, unico estratto di fungo al mondo a base di α-glucano, caratterizzato da un peso molecolare bassissimo. A rendere unico al mondo AHCC®è un processo brevettato di coltura in crusca di riso, tecnologia esclusiva della Amino Up di Sapporo, in Giappone.

Grazie al peso molecolare molto basso, la molecola viene assimilata rapidamente dai globuli bianchi e rimette immediatamente in moto le difese immunitarie.

Tra le sue proprietà, oltre al sostegno alle difese dell’organismo:

  • Aiuta a ridurre gli effetti negativi della chemioterapia e della radioterapia.
  • Aiuta l’organismo a neutralizzare il Papilloma Virus.
  • Possiede proprietà antiossidanti.
  • Contribuisce alla disintossicazione del fegato.
  • Può contribuire a ridurre il livello degli zuccheri nel sangue, nelle persone con diabete, e normalizza i livelli dell’emoglobina glicata.

Composizione di NKlife AHCC®

  • 100% Estratto di Lentinula Edodes (fungo Shiitake)
  • Capsula vegetale
  • Non contiene glutine


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