Il microbioma non riguarda soltanto l’intestino. Il termine identifica la genetica dei microbi. Con la parola microbiota, invece, ci si riferisce a un insieme di microrganismi presenti in un determinato ambiente (all’interno e all’esterno del corpo). L’organismo umano è ricco di batteri buoni, il loro contributo (in un delicatissimo equilibrio) consente le funzioni degli organi e dei tessuti. La maggior parte di questi microrganismi risiede nell’intestino crasso, ma i batteri e i microbi sono presenti anche nella pelle.
Ogni tessuto è dotato di un ecosistema di minuscoli organismi che aiutano a preservare la salute. Anche la pelle del viso ha il suo corredo di agenti, ha quindi il suo patrimonio costituito dal microbioma. Grazie ad esso, la pelle si difende dalle aggressioni degli agenti patogeni e degli elementi atmosferici.
A ciascuno il suo microbioma. Non esiste un patrimonio genetico di batteri uguale a un altro. La scoperta del microbioma cutaneo ha consentito di approfondire alcuni studi, anche in favore di una produzione cosmetica più “raffinata”, mirata per così dire, a seconda del tipo di pelle su cui intervenire.
Una recente ricerca mette addirittura il microbioma del viso in relazione con la quantità e la qualità delle rughe, con l’età in cui compaiono per la prima volta. Nello specifico, i ricercatori avrebbero individuato nella pelle del viso batteri in grado di favorire le rughe. In che modo? Riducendo la quantità di collagene nella cute.
Per avere una pelle sana, lo stile di vita è fondamentale. Non fumare, contenere l’uso dell’alcol, dormire regolarmente ed evitare lo stress sono attività che favoriscono il benessere della pelle.
Lo studio scientifico citato è riportato sulla rivista Focus. I risultati non sono stati tuttavia ancora approvati dalla comunità scientifica. I ricercatori hanno preso in considerazione diversi parametri dell’invecchiamento cutaneo, come la quantità e la qualità del collagene. Sappiamo già che la proteina (presente nell’organismo), impiegata nella preparazione di creme, gel e fluidi per il viso e per il corpo, rende la pelle più elastica. Una sua carenza quindi, fisiologica con l’età, determina una minore elasticità della cute e di conseguenza la espone alla comparsa delle rughe.
Secondo la ricerca, le donne (il campione esaminato è di sesso femminile) più giovani avrebbero un microbioma diverso da quelle più adulte. Sulla pelle di tutte le donne studiate sono state ritrovate tre principali specie di batteri: il Cutibacterium acnes, lo Staphylococcus epidermidis e il Corynebacterium kroppenstedtii. Mentre il primo era più abbondante nel gruppo più giovane, gli altri due erano comuni nelle pelli più mature.
Quelle due specie di batteri potrebbero essere responsabili della ridotta produzione di collagene nelle donne più mature. Oppure potrebbe essere vero il contrario: una minore presenza di collagene creerebbe il terreno fertile per lo sviluppo dei microrganismi. I risultati della ricerca (sicuramente ne solleciteranno altre) si concentrano anche su un altro aspetto: le donne più mature mostrerebbero una maggiore resistenza agli antimicrobici. Insomma, i medicinali usati nel corso della vita, avrebbero un riflesso anche sul microbioma della pelle. Sicuramente gli effetti dei farmaci riguardano l’intero organismo, non dimentichiamo che spesso tra gli effetti collaterali di alcuni medicinali troviamo manifestazioni cutanee. Ma questo è un altro discorso.
Per una pelle sana occorre avere abitudini sane: non esporsi troppo a lungo al sole, per esempio, e usare sempre creme protettive. Curare la pelle, bevendo regolarmente, e applicando delle creme idratanti è fondamentale. Il viso è sempre esposto, quindi proteggerlo è importante. Mangiare in maniera sana favorisce anche la salute della pelle; in realtà gli effetti di una cattiva alimentazione si vedono spesso sul viso.
Anche svolgere una regolare attività fisica favorisce il benessere cutaneo. Inoltre, può essere indicato integrare nella dieta prodotti naturali che supportino il sistema immunitario e le naturali difese dell’organismo.
NKlife AHCC® migliora l’efficienza del sistema immunitario e la resistenza alle infezioni. Meno ci si ammala, meno farmaci si assumono, più si riducono i rischi di tossicità degli stessi e gli effetti secondari (anche quelli futuri, a carico della pelle).
È doveroso chiarire che occorre assumere i farmaci se il caso lo richiede. È sempre il medico a prescriverli. Evitare dunque le cure fai da te; possono risultare controproducenti, se non dannose. Gli integratori alimentari non sono farmaci, ma possono essere assunti a supporto di cure o in assenza di terapie, per favorire la funzionalità degli organi, il benessere dell’organismo.
Informare il medico dell’assunzione di integratori è buona norma, soprattutto in caso di terapie farmacologiche concomitanti. Comunicare con il medico è importante: più dati egli possiede sulla nostra salute e sul nostro stile di vita, più la sua attività di assistenza sarà utile.
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