Vivono nell’organismo umano e sono miliardi. Sono microrganismi, in particolar modo batteri e occupano un chilo e mezzo circa del peso corporeo. Non sono nemici, ma alleati della salute, poiché svolgono molteplici funzioni. Intanto sono importantissimi per il sistema immunitario, a loro si deve la regolazione dell’assorbimento dei nutrienti, la produzione di energia e la difesa contro gli agenti patogeni.
L’insieme del patrimonio genetico di questi microrganismi e le interazioni ambientali costituiscono il microbioma. Una nuova ricerca pubblicata su Nature cerca di fare chiarezza sul modo in cui le interazioni sociali influiscono sul microbioma umano, in particolare sull’acquisizione di specie microbiche che possono determinare alcune malattie.
A quanto pare i microbi destinati a proteggere l’organismo si acquisiscono attraverso le relazioni con amici, partner e parenti. Lo studio internazionale nato con l’obiettivo di dimostrarlo e pubblicato su Nature è stato coordinato dal Dipartimento Cibio dell’Università di Trento.
La ricerca mira a indagare le vie di accesso al corpo umano dei batteri, quelli cioè che creano le condizioni perché un organismo umano possa conservarsi in salute il più a lungo possibile, evitando categorie di malattie pericolosissime come i tumori e le patologie cardiovascolari, ma anche le malattie metaboliche e altre ancora.
Uno studio, quello guidato dall’Università di Trento, che ha coinvolto diciotto centri di ricerca e istituzioni. Un lavoro di grande rilevanza e di grande impegno che ha riguardato novemila campioni di feci e di saliva prelevati da persone nate in venti Paesi diversi. La domanda che i ricercatori si pongono da tempo è la seguente: come si trasmettono i batteri da una generazione all’altra e come, invece, mediante le relazioni sociali?
Naturalmente, il patrimonio di batteri di ciascun individuo viene conferito dalla mamma al momento della nascita; in seguito durante il percorso di vita i microrganismi possono essere trasmessi anche dalle persone con le quali si hanno rapporti stretti. Il microbioma orale, inoltre, si trasmette in modalità diverse, rispetto a quello intestinale. La trasmissione è più facile, grazie alle relazioni, quando si tratta di microrganismi del cavo orale. La ricerca citata ha svelato anche la presenza nell’organismo di microbi dei quali si sa molto poco. Batteri che saranno naturalmente oggetto di studio, nell’immediato futuro.
Come hanno chiarito gli scienziati responsabili dello studio, aver appurato che il microbioma può trasmettersi anche in modo orizzontale (cioè non da una generazione all’altra [trasmissione verticale], ma attraverso le amicizie e i rapporti sociali), significa aver aperto la strada a riflessioni importanti su malattie finora considerate non trasmissibili. Posto che un’alterazione del microbioma può innescare un processo patologico, anche la trasmissione orizzontale dei microbi comporta l’alterazione del patrimonio dei microrganismi, e tale alterazione potrebbe esporre l’organismo a malattie come il diabete o il cancro oppure tutelarlo dalle stesse.
La conferma di tali conclusioni porterebbe ad allargare il campo dei fattori di rischio, quando si parla di certe malattie. A fare in modo quindi che si possano conoscere ed evitare quei fattori di rischio.
Il microbioma, come già sottolineato, è molto importante per il sistema immunitario, quindi per le difese dell’organismo. Curarlo significa mantenere alte le barriere contro le malattie. Mangiare in modo equilibrato, come ripetiamo spesso, e muoversi, cioè fare attività fisica aiuta il sistema immunitario.
Esistono, inoltre, dei prodotti nutraceutici che si possono integrare nella dieta per renderlo più efficiente. NKlife AHCC® in capsule o in soluzione orale, certificato AHCC Authentic®, è un ottimo supporto per le difese dell’organismo.
Come rilevato in molte sperimentazioni cliniche, AHCC® è in grado di aumentare il numero di macrofagi e cellule Natural killer (NK), aumentandone l’attività di oltre il 30%. La sua azione aumenta la produzione di citochine e incide sulle loro prestazioni, aumenta la produzione corporale d’interferone gamma e d’interleuchine 1, 2 e 12. AHCC® è in grado di inibire alcune citochine immunosoppressori e migliora l’equilibrio delle cellule Th1 e Th2.