La presenza nell’organismo umano del Papilloma Virus ad alto rischio non deve allarmare in maniera spropositata. Occorre certamente stare in guardia, eseguendo periodicamente esami di controllo, ma non è detto che un HPV ad alto rischio si traduca in una displasia di alto grado.
Come già sottolineato in precedenti articoli, esistono più di cento tipologie di HPV e, tra queste, più di 30 colpiscono gli organi genitali.
Nella quasi totalità dei casi, si tratta di virus che non predispongono allo sviluppo di neoplasie. Gli HPV sono stati classificati con dei numeri. Quelli ad alto rischio, cioè i virus che potrebbero predisporre allo sviluppo di forme tumorali “importanti” sono 18. Tra i più frequentemente riscontrati attraverso specifici esami diagnostici (i quali vengono effettuati in presenza di determinati segni e sintomi) i tipi 16, 18, 31 e 33 spingono il medico ad approfondimenti e il paziente ad adottare particolari precauzioni, verso se stesso e verso agli altri.
Le tipologie che devono destare interesse, quelle ad alto rischio, possono innescare mutazioni cellulari e dare luogo a varie forme di tumore, tra le quali la più diffusa è quella che riguarda il collo dell’utero.
Occorre precisare ancora una volta che le infezioni da HPV, quali che siano i tessuti o gli organi interessati, tendono a regredire spontaneamente.
Il sistema immunitario intercetta il virus e interviene eliminandolo. Nel caso in cui, invece, l’HPV permanga nell’organismo, associato ad altri fattori, può essere il tramite per la trasformazione in senso tumorale delle cellule.
La trasmissione avviene per via sessuale, quando i rapporti non sono protetti.
I condilomi, piccole escrescenze (che si formano sugli organi genitali), rappresentano un segno della presenza del virus. Ricordiamo che l’HPV può colpire anche le mucose della bocca e la zona anale (anche qui le manifestazioni più evidenti sono i condilomi). I virus ad alto rischio possono essere all’origine delle forme tumorali orofaringee.
Esistono diverse tecniche per eliminare queste placche/escrescenze sugli organi della riproduzione: dal laser all’elettrocoagulazione, alla crioterapia. I rimedi vengono scelti in base alle caratteristiche dei condilomi e del punto in cui si sono generati.
Per combattere i tumori e le altre manifestazioni del papilloma virus la prevenzione è l’arma migliore. Eseguire controlli ginecologici ogni anno, per le donne (Pap Test in primis) e visite per gli uomini (anche se in questo caso non esistono esami specifici). Per prevenire le affezioni causate dall’HPV nella bocca e nella gola, occorre adottare una particolare igiene nei rapporti; l’uso dei preservativi aiuta.
C’è un’arma che le donne possono usare per mettersi al sicuro contro il rischio HPV/cancro al collo dell’utero: sono disponibili, anche in convenzione con il SSN, vaccini sicuri contro questo tipo di tumore. Per i soggetti di sesso maschile, il vaccino quadrivalente ha mostrato un buon profilo di sicurezza e immunogenicità.
Rispetto alle lesioni del cavo orale, quelle potenzialmente maligne, come la leucoplachia, l’eritro-leucoplachia e l’eritroplachia, sono diversi gli studi che attestano che la presenza del Papilloma Virus ad alto rischio, in associazione ad altri fattori, possa favorire le suddette patologie tumorali. Il carcinoma orale è associato all’HPV16, ma questo non significa che la presenza del virus sulle mucose della bocca sia necessariamente l’anticamera del tumore.
Come già visto, la maggior parte delle infezioni (a prescindere dalla loro sede) è transitoria, il virus viene eliminato (entro 1 o 2 anni dal contagio) dall’organismo prima di diventare pericoloso. In questo senso, si può parlare di guarigione anche nel caso di HPV ad alto rischio.
Ecco perché i controlli sono fondamentali.
Attraverso lo screening, infatti, i medici possono determinare lo stato di salute delle mucose e la capacità del sistema immunitario di inattivare il Papilloma Virus.
Quello che bisogna evitare è che l’infezione persista nel tempo.
Integrare nella dieta prodotti nutraceutici che favoriscano la risposta immunitaria è altrettanto importante.
Gli estratti di AHCC(dal fungo Shiitake, Lentinula Edodes) sono un ottimo supporto per le difese dell’organismo.
Per spegnere le infiammazioni è raccomandato anche mantenere buoni livelli di vitamina C nel sangue, potente antinfiammatorio e antivirale.
La curcumina, abbinata al sulforafano, è di supporto nella prevenzione delle malattie tumorali, aiuta inoltre a controllare e modulare il ciclo cellulare favorendo la morte delle cellule cancerose ed è un antinfiammatorio di provata efficacia.
L’argininaè un’altra sostanza da inserire nell’elenco di quelle utili, a supporto di terapie mediche o per garantirsi una corretta attività preventiva contro le infezioni. L’aminoacido polare basico è infatti un immunostimolante. L’arginina favorirebbe l’azione dei linfociti citotossici e delle cellule Natural Killers deputate a proteggere l’organismo contro agenti esterni, come i virus, e contro la degenerazione in senso neoplastico delle cellule.