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Ecco di cosa parliamo quando usiamo l’espressione malattie stagionali

C’è una stagionalità che caratterizza alcune malattie, più frequenti in primavera o in inverno e meno diffuse in altri momenti dell’anno. Ciò accade perché la salute dell’organismo umano dipende da una molteplicità di fattori, e quelli legati al ciclo delle stagioni hanno un ruolo non da poco.

Si possono citare diversi esempi di malattie per così dire stagionali: le infezioni delle vie respiratorie, favorite dalle temperature più rigide, le allergie diffusissime nella stagione primaverile, ma anche i disturbi dell’umore e determinate patologie autoimmuni o sindromi che compromettono il regolare svolgimento delle attività quotidiane (la fatica cronica, per esempio, può essere una condizione favorita dai cambi di stagione; la si avverte in particolare in primavera).

Perché alcune malattie seguono l’alternarsi delle stagioni

I meccanismi che sono alla base dell’insorgenza stagionale di specifiche patologie coinvolgono diversi elementi, tra i quali la vitamina D(che assumiamo, attraverso il sole, soprattutto in estate) ha un suo ruolo. Qualche anno fa è stato realizzato uno studio in merito (evidentemente non l’unico sul tema), che ha preso in esame campioni di sangue e tessuti adiposi di 16.000 persone residenti a diverse latitudini. Circa un quarto dei 23.000 geni che compongono il patrimonio genetico umano avevano mostrato cambiamenti dettati dall’avvicendarsi delle stagioni. In altre parole, i geni umani sono in parte influenzati dai cambiamenti stagionali. Una parte di quei geni sarebbe più attiva in inverno che in estate.

Questa specifica conclusione si deve allo studio del Wellcome Trust Diabetes and Inflammation Laboratory di Cambridge. Altri dati supportano tali evidenze. Quel che è importante sottolineare rispetto ai risultati di quello studio riguarda proprio i frammenti di DNA deputati alla difesa dell’organismo dalle malattie. I geni del sistema immunitario e quelli coinvolti nei processi infiammatori sarebbero più attivi durante i mesi invernali. Il dato accomunerebbe le popolazioni di entrambi gli emisferi, con l’eccezione rappresentata dall’Islanda. In quest’area del pianeta la luce è disponibile tutto il giorno in estate, mentre in inverno accade il contrario: il buio pervade le giornate, quasi 24 ore su 24. Anche alcune malattie a carico dell’apparato cardiovascolare presentano una maggiore severità in inverno, mentre in estate tendono a migliorare.

Patologie autoimmuni influenzate dal ciclo delle stagioni

Il diabete di tipo I e l’artrite reumatoide sono patologie autoimmuni che seguono, nella generalità dei casi, questo trend. Altre ricerche sono in corso, per chiarire i meccanismi per cui certi gruppi di geni sono più attivi in inverno che in estate, rispetto a tali affezioni.

In ogni caso, un sistema immunitario sovra stimolante, perché più attivo, contribuisce al peggioramento delle malattie autoimmuni.

Il significato del termine “autoimmune”

In questo genere di patologie, i tessuti sani vengono attaccati dal sistema immunitario, che scatena reazioni abnormi contro elementi scambiati per intrusi. In pratica, il sistema immunitario deputato a difendere l’organismo dalle aggressioni esterne si trasforma esso stesso in una minaccia, colpendo le cellule sane e determinando varie situazioni patologiche.

  • Il morbo celiaco,
  • la tiroidite di Hashimoto,
  • alcuni tipi di gastrite,
  • l’alopecia,
  • la sindrome di Sjogren,
  • il diabete di tipo 1,
  • l’artrite reumatoide
  • la dermatomiosite
sono alcune delle malattie dovute al malfunzionamento del sistema immunitario.

Provare ad allontanare il rischio di sviluppare una malattia autoimmune

Le cause delle malattie autoimmuni sono poco chiare, ma si sa con certezza che uno stilo di vita sedentario e una cattiva alimentazione sono fattori di rischio, per la salute umana, in generale.

Per tenere le difese dell’organismo in allenamento è importantissimo:

  • dedicare al sonno il giusto spazio (almeno 7-8 ore senza interruzioni per notte),
  • fare altrettanto con l’attività fisica (che dovrebbe essere quotidiana) e ingerire sufficienti quantità di frutta e verdura (i nutrizionisti e gli esperti di oncologia raccomandano il consumo di almeno 5 porzioni al giorno di vegetali, corrispondenti più o meno a 400 grammi).
  • L’astinenza dal fumo di sigaretta e l’idratazione costante (bere a intervalli regolari, durante la giornata, almeno 1,5-2 litri di acqua) completano il quadro delle buone abitudini alleate del sistema immunitario.

A volte, può essere utile integrare nella dieta prodotti naturali contenenti sostanze preziose per la modulazione del sistema immunitario. Un prodotto appositamente concepito allo scopo è il composto AHCC®.

Non è un farmaco, non ha particolari effetti collaterali, ma è preferibile comunicare al medico la sua assunzione. In presenza di sintomi compatibili con una patologia autoimmune, è importante contattare tempestivamente il medico, che prescriverà gli esami del caso e le eventuali cure farmacologiche.

Caratteristiche di AHCC®

Il composto è disponibile in due formulazioni: capsule e soluzione orale, a seconda delle esigenze. Il prodotto, adatto anche a chi segue un regime alimentare vegano, è un supplemento alimentare sviluppato a partire dal micelio del fungo Shiitake o Lentinula edodes. È l’unico estratto di fungo al mondo a base di α-glucano, caratterizzato da un peso molecolare bassissimo e quindi facilmente assimilabile.

Proprietà del composto AHCC

  • Stimolando il sistema immunitario, AHCC® aiuta a ridurre gli effetti negativi della chemioterapia
  • Contribuisce a migliorare la resistenza alle infezioni rafforzando il sistema immunitario
  • Aiuta l’organismo a neutralizzare il Papilloma Virus
  • Ha proprietà antiossidanti


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