Proseguiamo la nostra ricognizione sul tema dell’alimentazione connesso a quello della salute. La ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato il legame tra il modo in cui ci nutriamo e le possibili patologie che potremmo sviluppare.
L’alimentazione è una parte fondamentale della prevenzione delle malattie, non soltanto di quelle tumorali, ma anche delle affezioni che colpiscono il sistema cardiocircolatorio, il metabolismo, l’apparato respiratorio, e delle patologie neurodegenerative.
Sappiamo davvero nutrirci in modo corretto? Quanti zuccheri ingeriamo ogni giorno e quale tipo di prodotti mettiamo nel carrello della spesa? Siamo sicuri di sapere esattamente cosa portiamo a tavola?
Sono domande importanti da porsi, perché le risposte possono rappresentare un primo punto dal quale partire per comprendere quale sia il modo più adatto di far fronte alle esigenze dell’organismo, senza trascurare quelle del palato.
Il gusto per il cibo non deve mai mancare, perché è parte di quell’appagamento necessario a introdurre i nutrienti nelle giuste proporzioni ed è importante nel processo di assimilazione. Fatta questa premessa, possiamo sottolineare, come abbiamo fatto in altre occasioni, che gli zuccheri in eccesso non fanno bene alla salute. Una verità ormai nota a tutti. Sappiamo anche che gli zuccheri (che tuttavia sono importantissimi per l’organismo) alimentano i tumori.
L’introduzione di molti zuccheri induce, attraverso la glicolisi (via per produrre energia), la produzione di scorie acide di acido piruvico. Esse passano dalla cellula alla matrice extracellulare. Ciò provoca una riduzione del pH della matrice e un danneggiamento costante delle fibre di collagene. Il corpo reagisce producendo IGF1 (un ormone fondamentale per la crescita del corpo e per la ricostituzione dei tessuti) che porterà i fibroblasti a produrre collagene e a riparare la matrice danneggiata.
Tale processo non fa altro che favorire le cellule tumorali, che hanno il doppio dei recettori delle cellule sane. Lo zucchero, oltre a stimolare l’ormone IGF1, favorisce la proliferazione dei radicali liberi, che aumentano incontrollati e interviene sul sistema immunitario, depotenziandolo. A questo punto l’organismo non ha difese sufficienti contro l’avanzata delle cellule tumorali.
Prima di arrivare a questo, esistono strategie che si possono adottare per prevenire le condizioni favorevoli allo sviluppo dei tumori, per evitare o allontanare il più a lungo possibile tale eventualità.
Le strategie, lo ribadiamo, si basano sulla correzione della dieta alimentare e dello stile di vita. Si pratica attività fisica regolare, per liberare l’organismo dalle scorie e per consentirgli di produrre quelle sostanze antiossidanti capaci di evitare la formazione di tumori. Inoltre, si modificano le abitudini alimentari, non rinunciando totalmente allo zucchero del quale l’organismo ha bisogno, ma riducendo la quantità ingerita degli alimenti che ne contengono e privilegiando soprattutto la qualità dei cibi.
Senza gli zuccheri contenuti nei carboidrati e in altri cibi non potremmo vivere. Sono il carburante dell’organismo, ci consentono di fare il pieno di energie.
Un’alimentazione equilibrata e una regolare attività fisica riescono a tenerci lontani da tanti problemi. Inoltre, la regola del cinque andrebbe sempre seguita. Ci riferiamo alle cinque porzioni quotidiane di frutta e verdura da consumare. Mangiando frutta si fa oltretutto scorta di vitamine e sali minerali. Microelementi indispensabili affinché il sistema immunitario svolga la sua regolare attività, difendendo l’organismo dalle malattie, cioè dalle minacce esterne e da quelle interne. Un sistema immunitario perfettamente funzionante saprà contrastare anche i processi di formazione delle cellule tumorali, per lo meno sarà preparato a combattere al meglio delle sue possibilità contro le mutazioni, in senso tumorale, delle cellule.
Orientarsi al supermercato non è semplice. L’offerta è varia, ma non sempre alla varietà corrisponde la qualità. Sono alimenti di qualità i prodotti non troppo lavorati, preparati con pochi semplici ingredienti e dei quali è garantita la tracciabilità. Di qualità sono i prodotti che si reperiscono attraverso i gruppi di acquisto solidale, quelli che arrivano direttamente dal produttore, a chilometro 0 (in particolare i vegetali e le carni). È sempre meglio preferire alimenti che provengono da zone non troppo distanti dal luogo in cui si risiede, a meno che non si tratti di un sito inquinato.
I prodotti di stagione sono sempre preferibili. Anche il metodo di conservazione degli alimenti ha la sua importanza. Oggi esistono diversi processi industriali che portano a una ottimale conservazione degli alimenti. Uno dei tanti è l’irradiazione dei prodotti.
Il trattamento degli alimenti con radiazioni ionizzanti è una tecnologia di conservazione che ha lo scopo di preservare la qualità igienica degli alimenti e di prolungarne la shelf-life. Il processo consiste nel sottoporre l’alimento a dosi ben definite di radiazioni ionizzanti, che sono in grado di inattivare il materiale genetico delle cellule microbiche, con conseguente inibizione della suddivisione cellulare, e di inibire l’attività degli enzimi degradativi che provocano il deterioramento degli alimenti.
Esiste una normativa che regolamenta tale pratica. Si tratta del Decreto Legislativo 30 gennaio 2001, n. 94 che attua le direttive comunitarie 1999/2/CE e 1999/3/CE.
Se il trattamento viene eseguito secondo la legge, è senz’altro utile a raggiungere gli obiettivi citati ed è ritenuto sicuro. Il prodotto che è stato irradiato deve però recare un’etichetta che indica l’avvenuto trattamento, per la trasparenza e perché il consumatore possa scegliere consapevolmente.
In Europa vengono così trattate le spezie, le erbe aromatiche essiccate e i condimenti vegetali. In Italia, possiamo trovare al supermercato prodotti irradiati nel banco della frutta e delle verdure, tra gli ortaggi, nel frigo con le carni, tra i cereali e al banco pesce. Devono sempre avere un’etichetta con tutte le indicazioni del caso. Anche se l’alimento è un ingrediente di un prodotto lavorato, per esempio una confezione di biscotti, l’etichetta deve contenere l’indicazione riguardante l’irradiazione di quell’ingrediente (per esempio il cereale x contenuto nella farina).
Tenere in forma il sistema immunitario significa dunque mangiare bene, scegliere gli alimenti consapevolmente, non farsi mancare alcuna delle sostanze indispensabili all’organismo, zuccheri compresi, senza però eccedere nelle porzioni, e fare attività fisica.
In più, è fondamentale consumare molta frutta e altrettanta verdura, quindi molti sali minerali e vitamine. Spesso la quantità di frutta che mangiamo non è sufficiente; in questi casi si può integrare la dieta con prodotti naturali in grado di stimolare il sistema immunitario e con integratori di vitamine.
NKLIFE AHCC®è un integratore alimentare prodotto dal micelio del fungo shiitake, unico estratto di fungo al mondo a base di α-glucano, caratterizzato da un peso molecolare bassissimo. Viene quindi assorbito rapidamente, a tutto vantaggio delle difese dell’organismo. Il sistema immunitario diviene in breve tempo più efficiente e l’organismo è più preparato a tenere lontane le infezioni, a spegnere le infiammazioni.
L’integratore prodotto con un brevetto speciale (un processo di coltura in crusca di riso), tecnologia esclusiva della Amino Up di Sapporo, in Giappone, è unico al mondo, proprio in virtù del suo processo di produzione e del suo contenuto. È stato sviluppato nel 1987 e viene largamente impiegato in diversi ambiti.
Fonti: Ministero della Salute; Istituto Superiore di Sanità; Il Resto del Carlino; AIRC