L’entomofagia è ancora poco diffusa in Italia e in Europa; tuttavia, nuovi alimenti (etichettati in genere con l’espressione anglosassone novel food) si affacciano nelle cucine degli europei, per ora soprattutto quelle di alcuni ristoranti.
Trasmissioni televisive e articoli giornalistici affrontano il tema, cercando di utilizzare non una sola prospettiva: si analizzano i vantaggi nutrizionali, quelli relativi all’ambiente e altri elementi.
In ogni caso, al di là di quelle che possono essere le remore culturali, c’è da considerare anche un altro fattore. Le persone con una storia di allergie alimentari dovrebbero, prima di tuffarsi nell’assaggio di nuovi cibi (come le farine di insetti), consultare il proprio medico e decidere se sia il caso di correre il rischio di sviluppare una reazione allergica.
Nulla di nuovo, ovviamente. Le allergie alimentari riguardano un’ampia fascia della popolazione, naturalmente non soltanto in Italia. C’è chi è allergico ai tartufi, chi non può ingerire lattosio, per via di un’intolleranza, eccetera.
Si tende spesso a usare i due termini indifferentemente, come se fossero sinonimi. Non è così. Si tratta di riferimenti lessicali a due diverse tipologie di reazione dell’organismo, nel momento in cui entra in contatto con determinate sostanze.
Nel caso delle persone allergiche, l’allergene (una proteina) stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi IgE che, a loro volta, determinano il rilascio di alcune sostanze, tra le quali l’istamina, in grado di generare reazioni allergiche. Il tipo di risposta del sistema immunitario dipende anche dall’organo colpito.
La differenza fondamentale, rispetto all’intolleranza, sta nel fatto che le persone intolleranti a un alimento non sperimentano una reazione del sistema immunitario, ma una risposta di tipo gastrointestinale. Come avviene nelle persone che consumano prodotti contenenti lattosio, per il quale il loro apparato gastroenterico è sprovvisto di un enzima (lattasi), capace di favorire la digestione e l’assorbimento del lattosio.
La risposta è affermativa. Non è una novità, tra l’altro. Come già sottolineato, si può essere allergici a qualsiasi genere di alimento. Prima di provare un prodotto contenente farina di grilli, bisognerebbe conoscere bene la propria storia, quella della propria famiglia.
Soprattutto le persone allergiche ai crostacei, agli acari della polvere e ai molluschi possono essere considerate potenzialmente a rischio di allergia, nei confronti delle farine di insetti.
Altrimenti, si può affermare, sulla base dei dati finora raccolti, e considerando che l’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha dato l’autorizzazione, mesi fa, alla commercializzazione di farina di grilli, che si tratti di un prodotto sicuro.
Grilli della specie Acheta domesticus vengono allevati in un ambiente consono e sicuro dal punto di vista igienico. Gli insetti vengono nutriti con mangimi vegetali al 100%, quindi allevati, evitando il ricorso a sostanze quali ormoni della crescita, antibiotici ed elementi tossici. Negli allevamenti rigorosamente autorizzarti, i grilli vengono allevati senza l’uso di pesticidi. In seguito, si procede con le altre fasi di ‘lavorazione’ degli insetti. Importantissima quella del lavaggio, così come altrettanto importanti sono le fasi della sterilizzazione, della disidratazione e dell’eliminazione della parte lipidica.
A questo punto, gli insetti sono pronti per essere ridotti in farina e setacciati. Una volta confezionata, questa farina può essere utilizzata nelle preparazioni più diverse.
Come la legge prevede, per le etichette di qualunque alimento, anche quelle appiccicate sui prodotti che contengono farina di grilli devono indicare non solo la presenza dell’ingrediente nella composizione, ma anche le proporzioni in cui è presente.
La farina di grilli contiene più del 70% di proteine; anche per questa ragione è considerata un ottimo ingrediente.
L’elemento contenuto nella farina degli insetti, potenzialmente insidioso per il consumatore (in particolar modo per chi è predisposto a sviluppare reazioni allergiche o intolleranze) è la chitina. Si tratta di una proteina contenuta nel carapace dei grilli, capace di innescare reazioni nelle persone predisposte. Le reazioni possono essere di vario genere. Dall’eritema allo shock anafilattico.
Può verificarsi anche dopo l’ingestione di altri alimenti, come le arachidi o i frutti di mare. Non è affatto frequente, ma trattasi di una risposta estrema del sistema immunitario. Si verifica molto spesso qualche minuto dopo essere entrati in contatto con l’allergene. Accade che la pressione sanguigna scenda vertiginosamente e si creino le condizioni favorevoli a un arresto cardiaco. Il soggetto allergico deve essere soccorso tempestivamente con una fiala di adrenalina, necessaria per aprire le vie respiratorie.
Produrre questo tipo di farina abbatte significativamente le emissioni nocive di Co2. Rispetto agli allevamenti intensivi di carne, i vantaggi sono diversi. Per chi ha scelto una dieta vegetariana o vegana, è un prodotto ideale con il quale preparare pasta, pane e pizze, ma anche burger vegetali. Il motivo è semplice: contiene molte proteine e pochissimi grassi, dato che viene privato dei lipidi. Sulla carta, la sostenibilità ambientale è favorita, anche se occorre capire quale possa essere nel tempo l’impatto sull’ambiente di simili allevamenti. Secondo gli esperti, i vantaggi sono tanti. La farina di grilli, oltretutto, è un prodotto ottenuto in allevamenti certificati, dove personale specializzato nutre i grilli con mangimi esclusivamente vegetali.
Ne abbiamo già scritto. Prevenire le allergie è il primo passo da compiere, semplicemente non esponendosi agli agenti che sappiamo causare al nostro sistema immunitario reazioni estreme. Il consulto con il medico, quando si sospetti la presenza di un’allergia o di un’intolleranza, è fondamentale. I test allergologici lo sono altrettanto. Infine, potenziare il sistema immunitario, con una dieta ad hoc e con l’attività fisica è sempre utile. Anzi, importantissimo. Per prevenire le infezioni, le infiammazioni e anche le allergie.
In più, è, possibile integrare la dieta con prodotti frutto della ricerca nutraceutica. Sostanze di origine naturale che hanno effetti benefici sul sistema immunitario e non solo.
AHCC® migliora l’efficienza del sistema immunitario e la resistenza alle infezioni. È un integratore a base di estratto di fungo Lentinula edodes (o Shiitake), coltivato in crusca di riso con un esclusivo processo (una tecnologia brevettata da Amino Up, in Giappone). Ha un peso molecolare bassissimo, per cui i globuli bianchi lo assorbono rapidamente, rendendolo immediatamente efficace. È disponibile in capsule e in soluzione orale, a seconda delle esigenze. La soluzione è arricchita con estratto di perilla, una pianta dalle straordinarie proprietà antiossidanti. Recenti studi scientifici hanno dimostrato promettenti risultati della perilla nel trattamento delle reazioni allergiche.
Fonti: Ospedale Niguarda; Fondazione Veronesi.