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Una delle neoplasie più diffuse al mondo, nonché una delle più aggressive, è l’adenocarcinoma del dotto pancreatico.

Per la precisione si tratta della quarta neoplasia in ordine di gravità per numero di vittime, di cui non esistono, ad oggi, terapie sistemiche in grado di interrompere la progressione.

L’approccio più diffuso è quello chirurgico, nella speranza che non si siano formate delle metastasi.

Purtroppo si tratta di un tipo di neoplasia che tende ad essere refrattaria ai trattamenti chemioterapici standard.

Trattandosi di una patologia aggressiva, che lascia poche opzioni di trattamento, risulta indispensabile una terapia che supporti l’organismo che viene sottoposto, spesso, a più di un intervento chirurgico.

 Adenocarcinoma del dotto pancreatico: cos’è e dove si localizza

L’adenocarcinoma del dotto pancreatico è una neoplasia maligna che origina, come dice il nome stesso, nel dotto pancreatico.

Si tratta di una massa che ricopre il condotto che collega il pancreas all’intestino, nel quale passano gli enzimi digestivi, che cresce sempre di più fino a causare la completa ostruzione dei dotti.

Il motivo per cui si tratta di una delle neoplasie più pericolose è che è difficilmente diagnosticabile, almeno nelle fasi iniziali.

La massa è difficile da vedere con le radiografie perché inizialmente si presenta molto piccola.

I dolori addominali sono simili a quelli della pancreatite e sono causati dagli enzimi che non riescono ad uscire dal pancreas.

Spesso quindi il medico confonde la patologia oncologica con una pancreatite acuta, ovvero l’infiammazione del pancreas, che si risolve con una terapia farmacologica.

I sintomi che si sviluppano successivamente sono: dolore e perdita di appetito e di peso.

Quando ormai la massa ha raggiunto dimensioni importanti, i sintomi diventano più specifici, come l’ittero, cioè la colorazione gialla delle mucose, e la comparsa improvvisa del diabete.

L’adenocarcinoma del dotto pancreatico è una neoplasia che cresce molto velocemente, fino a schiacciare gli organi circostanti, via via aumentando il suo grado di gravità. 

La terapia tradizionale per il tumore al dotto pancreatico

La presenza di tessuti molto vicini, il suo essere refrattario ai trattamenti chemioterapici standard e la sua tendenza a recidivare (e il pancreas non è un organo che si può rimuovere dall’organismo, a differenza di altri come la milza o le gonadi), ne fanno una tra le neoplasie più complesse da trattare.

La chirurgia riesce, in alcuni casi, a rimuovere parte della massa ma la possibilità di recidiva, purtroppo, è molto elevata.

Inoltre spesso il tumore è così grande da essersi diffuso anche agli organi adiacenti, oppure al circolo sanguigno.

Nei casi in cui il trattamento chirurgico non è praticabile e quando è già stato effettuato, diventa essenziale affiancare alla terapia farmacologica, una terapia di supporto con molecole naturali, prive di effetti collaterali.

AHCC nell’adenocarcinoma del dotto pancreatico

Come per altre tipologie di cancro, l’AHCC è una molecola che si è rivelata molto utile per supportare l’organismo malato.

Interviene nutrendo alcune cellule del sistema immunitario, con particolare riferimento alle cellule Natural Killer, o Linfociti NK.

Si tratta di leucociti che hanno il compito, di attaccare le cellule che non riconoscono come proprie dell’organismo, tra le quali vi sono le cellule neoplastiche.

La sua integrazione costituisce un supporto attivo all’organismo che sta combattendo la malattia, che può raggiungere risultati anche molto importanti: se è vero che questo trattamento naturale non è in grado di far scomparire il tumore, può tuttavia essere utile per rallentarne o, in alcuni casi, addirittura arrestarne la crescita.

L’azione di AHCC è quindi particolarmente importante nei casi in cui non vi è alcuna possibilità di intervenire chirurgicamente e l’unico obiettivo dei medici diventa garantire un’aspettativa di vita più lunga possibile.

Anche qualora la neoplasia sia stata rimossa per via chirurgica, AHCC risulta efficace per proteggere l’organismo da una recidiva e contrastare la crescita di una nuova massa.

E’ doveroso ricordare che l’AHCC è una molecola derivante dal fungo Shiitake, che si trova in commercio sotto forma di integratore alimentare in polvere o in capsule, e che ha solo un effetto indiretto rispetto alla patologia oncologica, perché nutre il sistema immunitario.

Sebbene si tratti di un ottimo supporto per il malato oncologico, le terapie mediche prescritte non vanno mai interrotte.



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