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L’osteoartrite è una patologia cronica associata ad un danno a carico delle cartilagini articolari e dei tessuti circostanti.

Può colpire varie articolazioni dell’organismo, e compare solitamente con l’avanzare dell’età.

Essa porta ad un’usura dell’articolazione con conseguente rigidità e dolori articolari.

La diagnosi è relativamente semplice e si basa sulla sintomatologia riferita dal paziente e sugli esiti degli esami radiografici, in grado di identificare facilmente i problemi alle articolazioni.

Il problema più grave per chi ne soffre è il dolore cronico, che può portare anche all’incapacità di muovere le articolazioni.

Trattandosi di una forma infiammatoria cronica, le terapie sono mirate per lo più alla riduzione del dolore.

L’assunzione di farmaci a lungo termine, però, comporta degli effetti collateriali che si possono evitare tenendo il paziente sotto costante controllo medico e coadiuvando le terapie tradizionali con l’assunzione di molecole antinfiammatorie naturali come l’AHCC.

AHCC, la sua azione nell’osteoartrite

L’AHCC ha mostrato di avere proprietà antinfiammatorie, ed è ampiamente utilizzato nelle terapie di supporto per infiammazione croniche di vario tipo, che sono le principali responsabili della sintomatologia spesso invalidante riferita dal paziente.

La molecola fungina si è rilevata particolarmente efficace nelle patologie autoimmuni, tra cui l’artrite reumatoide, un tipo di osteoartrite molto grave.

Le autoimmunità sono migliorate dall’assunzione di AHCC, poiché il sistema immunitario, sul quale la molecola ha azione diretta, gioca un ruolo molto importante nel trattamento della sintomatologia.

Ma l’AHCC pare essere efficace anche sulle infiammazioni non connesse a malattie di origine autoimmune e ciò permette di poterne fare un utilizzo molto più ampio.

Diversi studi hanno messo in luce l’efficacia dell’AHCC attraverso la misurazione dei mediatori dell’infiammazione.

AHCC e influenza sulla proteina C Reattiva

Un primo importante studio ha misurato i livelli di Proteina C Reattiva, una proteina che viene liberata (quindi aumenta la sua concentrazione nel sangue), quando è presente un’infiammazione; è specifica anche per l’osteoartrite, poichè i pazienti che ne soffrono hanno generalmente livelli elevati di questo marcatore.

Gli studi hanno mostrato che, dopo alcuni giorni di somministrazione di AHCC, i livelli di Proteina C Reattiva si riducono, mostrando una diminuzione dell’infiammazione e soprattutto in relazione alla diminuzione del dolore nei pazienti.

AHCC e Leptina

Un secondo studio ha invece messo in correlazione la somministrazione di AHCC con i livelli di leptina, un ormone con proprietà antinfiammatorie, i cui livelli si innalzano durante l’infiammazione, allo scopo di ridurla.

Dopo la somministrazione di AHCC, anche il livello di questo ormone è aumentato, mostrando la proprietà antinfiammatoria della molecola; un’ulteriore conseguenza dell’aumento di leptina è la diminuzione dell’appetito e un aumento del metabolismo del grasso, fattori che insieme portano ad una riduzione dell’assunzione di cibo e dell’accumulo di massa grassa a livello addominale.

 In questo modo è possibile ridurre, nel lungo periodo, il peso corporeo, che sappiamo essere uno dei problemi che gravano maggiormente sulle infiammazioni osteoarticolari.

AHCC e terapie per l’osteoartrite

Ad oggi gli studi sugli effetti clinici di AHCC non sono però sufficienti a permettere di utilizzare la molecola come unica terapia, motivo per cui la somministrazione viene spesso associata a terapie farmacologiche, di cui è comunque possibile ridurre il dosaggio e il numero di assunzioni, grazie all’effetto del glucano.

 Le terapie farmacologiche più utilizzate nei casi di osteoartrite sono: 

  • farmaci antinfiammatori steroidei (il cortisone).

Si tratta di una terapia da utilizzare nei momenti critici, in cui l’assunzione dei soli FANS non fa effetto.

Il farmaco steroideo, infatti, ha effetti che superano di gran lunga quelli di AHCC, ma bisogna ricordare che essi si caratterizzano per numerosi effetti collaterali.

A tal proposito, AHCC ha mostrato di essere in grado di lenire in particolare quelli che riguardano l’apparato gastrointestinale e la nausea.

  • farmaci antinfiammatori non steroidei, i più utilizzati per le infiammazioni in genere.

Hanno effetti collaterali minori rispetto al cortisone, tuttavia modulano il sistema immunitario facendone diminuire la funzionalità.

Sebbene l’AHCC non interferisca con il meccanismo d’azione dei FANS, ha ha la capacità di modulare il sistema immunitario in senso opposto, stimolando la crescita dei globuli bianchi che appartengono all’immunità aspecifica, e questo consente di proteggere meglio l’organismo da altre patologie, anche conseguenti all’osteoartrite, durante la terapia.

Nel complesso, quindi, la molecola risulta particolarmente utile nelle infiammazioni osteoarticolari, per i suoi diversi effetti: gli studi hanno mostrato un effetto antinfiammatorio, che ad oggi non è stato ancora ben approfondito ma che è comunque presente; la capacità, inoltre, di migliorare la condizione dell’organismo durante la somministrazione di altri farmaci, spesso sono associati proprio a questa molecola, ne fa una delle integrazioni più promettenti nel trattamento .



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