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La vasculite è un processo infiammatorio che riguarda le pareti dei vasi sanguigni.

E’ una patologia che può avere un decorso e un livello di gravità diversi da soggetto a soggetto, infatti in alcuni casi colpisce solamente pochi vasi, mentre in altri può arrivare a riguardare intere parti del corpo fino a tutto l’organismo.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di una patologia cronica difficile da trattare a causa dell’estensione dell’infiammazione, che richiede l’assunzione di farmaci antinfiammatori, a volte usati anche ad alti dosaggi e a scopo immunosoppressivo, che possono causare importanti effetti collateriali, come nel caso dei cortisonici.

Per fortuna, visto il carattere cronico della malattia, la medicina sta sperimentando nuove terapie.

In questo articolo prenderemo in esame l’uso di AHCC, una molecola di origine naturale estratta dal fungo Lentinula edodes, nella terapia della vasculite.

Vasculite: quali sono le cause Per comprendere il livello di efficacia delle terapie più comuni nella vasculite, è opportuno partire dall’analisi delle sue cause.

La vasculite può essere primaria, quando l’infiammazione a carico dei vasi non sono ricollegabili ad una patologia preesistente, e secondaria, nel caso in cui l’infiammazione interessa i vasi dopo aver già colpito altre parti del corpo.

Le cause delle vasculiti possono essere diverse, ed escludendo quelle a idiopatiche (cioè ignote), possiamo classificarle come segue: 

    • risultato di infezioni: nei casi di infezioni batteriche o virali, l’infiammazione può estendersi ai vasi a causa dell’infiammazione primaria causata dal sistema immunitario nel tentativo di contenere l’infezione;
    • reazioni allergiche: nei casi di contatto con allergeni, il potente attacco dell’organismo contro queste sostanze riconosciute come dannose, causa un’infiammazione anche alle pareti interne dei vasi sanguigni;
    • reazioni autoimmuni: il sistema immunitario inizia ad attaccare la parete interna dei vasi sanguigni per motivi ad oggi sconosciuti;
    • neoplasie ematiche: se una neoplasia riguarda non un organo ma una popolazione cellulare ematica (quindi non forma una massa, come nel caso delle leucemie), il sistema immunitario può iniziare ad attaccare l’interno dei vasi sanguigni.

La classificazione delle vasculiti è molto differenzia, soprattutto in base ai sintomi e ai vasi interessati, che possono essere i piccoli vasi (capillari) o quelli grandi.

A seconda della localizzazione della vasculite, possiamo avere l’interessamento di diversi organi, dai polmoni alle articolazioni, dall’apparato gastrointestinale passando per il sistema nervoso fino al cervello

Come AHCC può aiutare nel trattamento delle vasculiti L’AHCC, come è noto in letteratura, ha un effetto benefico e un ruolo di coadiuvante delle terapie tradizionali, nel trattamento delle patologie croniche e sul funzionamento sistema immunitario.

Sebbene non esistano studi scientifici che prendano in esame nello specifico gli effetti della molecola naturale in pazienti affetti da questa malattia, ce ne sono molteplici legati alle patologie autoimmuni, cioè in cui il sistema immunitario attacca il vaso sanguigno.

In questi casi la terapia non è specifica perché non esiste un batterio specifico da sconfiggere, quindi non è possibile fare ricorso agli antibiotici.

La terapia di elezione è quindi quella antinfiammatoria che, limitando l’infiammazione, determina un allargamento del calibro dei vasi, permettendo un passaggio migliore del sangue al loro interno.

I farmaci antinfiammatori agiscono direttamente sul meccanismo dell’infiammazione, e questo significa che il sintomo si ridurrà per il periodo di copertura del farmaco per poi ricomparire una volta interrotta la somministrazione.

L’AHCC, invece, agisce rimodulando le linee cellulari favorendo la crescita di popolazioni del sistema immunitario che fanno parte dell’immunità aspecifica.

In altre parole, la parte del sistema immunitario che attacca le strutture vascolari è quella composta dai linfociti B e T: queste cellule riconoscono alcune strutture dette antigeni come “pericolose”, e le attaccano anche quando pericolose non sono.

Questo errore nel riconoscere come dannose strutture che fanno parte dell’organismo da origine alla vasculite così come alle altre patologie autoimmuni.

L’immunità aspecifica, costituita soprattutto dai granulociti neutrofili e dalle cellule Natural Killer (o NK), attacca strutture non riconosciute come proprie dell’organismo, in gergo self.

Così vengono attaccati un virus, un batterio, un parassita, ma non le strutture vascolari o di altre parti del corpo.

L’AHCC, in questo, va a nutrire la popolazione delle cellule Natural Killer, in particolare, che in questo modo viene prodotta in misura maggiore a scapito delle linee specifiche.

I linfociti circolanti, essendo presenti in quantità minore, attaccano meno e in modo meno violento le strutture vascolari, alleviando il dolore e i sintomi, senza indebolire le difese immunitarie dell’organismo.

Il ricorso ad un integratore di AHCC è una soluzione valida soprattutto sul lungo periodo, perché come tutti i prodotti naturali, anche questa molecola fungina non ha un effetto immediato come un antinfiammatorio, che agisce nel giro di poche ore.

Per questo motivo AHCC deve essere considerato un coadiuvante delle terapie mediche e non un prodotto in grado di guarire dalla malattia.

L’effetto congiunto dei farmaci e di AHCC può portare, nel tempo, ad una eventuale riduzione del dosaggio dei farmaci antinfiammatori e, di conseguenza, degli effetti collaterali che ne accompagno l’utilizzo a lungo termine.



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