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La sindrome di Menière è una rara che colpisce l’orecchio, impedendo a chi ne soffre di sentire correttamente i suoni e di riuscire a mantenere l’equilibrio.

E’ causata da un aumento della pressione del fluido dell’orecchio interno.

E’ piuttosto debilitante, non solo perché il senso dell’udito tende a peggiorare nel corso del tempo ma anche perché l’orecchio interno è l’organo che controlla l’equilibrio, e quindi può dare luogo a delle vere e proprie crisi episodiche, che durano circa mezz’ora, nelle quali il paziente mostra sintomi come vertigini, sudorazione, nistagmo (cioè il movimento incontrollato degli occhi), perdita dell’equilibrio, nausea e vomito.

Nonostante l’origine della malattia sia ancora sconosciuta, molto importante risulta essere la dieta.

In questo articolo scopriremo di più su questa patologia, sulla dieta che è consigliato seguire e suo ruolo di AHCC come coadiuvante naturale delle terapie mediche.

La sindrome di Menière

Tra le possibili cause al vaglio della ricerca vi sono la componente genetica e quella autoimmune, presenti in diverse malattie.

Sintomi simili a quelli della sindrome di Menière possono essere dati anche da altre patologie, come le neoplasie dell’orecchio interno, oppure le infezioni batteriche.

La sua patogenesi, cioè il modo in cui la malattia si sviluppa, è invece conosciuta: la causa scatenenta è l’aumento della pressione del liquido dell’orecchio interno.

A differenza dell’orecchio esterno e del medio, che sono pieni di aria, quello interno è pieno d’acqua e con presenza di concrezioni calcaree, dette otoliti che, muovendosi all’interno dell’orecchio e colpendo i recettori nervosi delle pareti, consentono di avere il senso dell’equilibrio.

L’aumento della pressione nell’orecchio interno causa disturbi di percezione e dà il via alla sintomatologia.

La diagnosi non è semplice, perché si può basare esclusivamente sull’anamnesi, cioè sulla descrizione della sintomatologia da parte del paziente.

Poiché l’orecchio interno è praticamente impossibile da raggiungere senza causare danni alla struttura stessa, la diagnosi certa della malattia può essere fatta solo postuma, tramite autopsia.

Tuttavia, il test audiometrico può aiutare a identificare la presenza della sindrome di Menière.

Il trattamento si basa essenzialmente sulla diminuzione della pressione del fluido, ottenibile con farmaci diuretici e antistaminici; possono essere inoltre utili come supporto anche gli antiemetici e i farmaci antinausea, che consentono di limitare al massimo i sintomi caratteristici, specialmente durante le crisi.

Queste terapie non sono risolutive, ma hanno semplicemente lo scopo di ridurre i sintomi ed evitare il più possibile l’insorgere delle crisi. 

La dieta nella sindrome di Menière

Al di là dell’uso dei farmaci sitomatici, la dieta sembra essere fondamentale per tenere a bada la malattia.

E’ necessario limitare il consumo di sodio, che pare essere direttamente correlato con la frequenza delle crisi: il motivo è probabilmente da ricercare nel ruolo che esso ha nel mantenimento della pressione sanguigna, legata alla pressione dei loquido interno all’orecchio.

Per questo motivo sono altamente consigliate le diete a ridotto contenuto di sale, che non dovrebbe superare i 2 grammi al giorno (contro i 5 di un’alimentazione normale).

Inoltre, si raccomanda anche di evitare le fluttuazioni glicemiche, perché anche i picchi di glucosio tendono a peggiorare la situazione.

L’indicazione è chiara: evitare gli alimenti ricchi di zuccheri semplici e seguire una dieta ad alto contenuto di fibra, che permette di controllare la glicemia.

Inoltre, è stato notato che gli alimenti nervini, tra cui l’alcol, la teobromina e la caffeina contenuta nel caffè e nla teina del tè tendono a peggiorare la sintomatologia.

Lo stesso possono fare alcuni farmaci, tra cui i comuni antinfiammatori.

Queste sostanze dovrebbero essere quindi evitate ai pazienti affetti dalla sindrome di Menière, insieme ai farmaci antinfiammatori, rispetto ai quali il medico dovrebbe preferire la prescrizione di integratori naturali con effetti simili, ove possibile.

L’AHCC nella sindrome di Menière

Poiché la patologia è al momento incompresa, non sono disposibili degli studi specifici sul ruolo e sull’efficacia di AHCC nella sindrome di Menière.

Vi sono però dei casi in cui si sono notati dei benefici tangibili dell’intergrazione di questa molecola fungina nella dita del paziente.

L’AHCC, infatti, ha un’importante attività antinausea, dimostrata soprattutto nei pazienti in terapia chemioterapica.

Non è un effetto potente come quello dei farmaci specifici per questo sintomo ma, considerando che si tratta di un rimedio naturale senza effetti collaterali, dimostratosi efficace specie nel lungo periodo (i farmaci non possono essere assunti per periodi eccessivamente prolungati), può essere utile per ridurre l’incidenza delle crisi nel corso del tempo.



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