Il morbo di Basedow, conosciuto anche come morbo di Graves, rappresenta ad oggi la causa più comune di ipertiroidismo in medicina umana.
Comunemente definito gozzo, dal caratteristico aumento uniforme del volume della tiroide senza noduli che si ispessiscono più di altri, è una patologia di complesso approccio terapeutico.
Inizialmente può essere difficile da riconoscere e da diagnosticare, principalmente perché i sintomi sono lievi, ma con l’andare del tempo il quadro clinico tende a peggiorare.
Ad oggi la causa del morbo di Basedow sembra essere autoimmune; nonostante l’incertezza scientifica, in questo articolo cercheremo di valutare le possibilità offerte da chi soffre di questa patologia dall’assunzione prolungata della molecola AHCC contenuta in un integratore alimentare chiamato NKLife AHCC, che migliora l’efficienza del sistema immunitario.
Il morbo di Basedow Le cause del morbo sembrano essere dovute ad una serie di componenti sia genetiche sia autoimmuni.
Nel sangue delle persone affette da questa patologia, infatti, vengono trovati anticorpi diretti contro il recettore del TSH, l’ormone ipofisario prodotto dal cervello che stimola la tiroide a produrre i propri ormoni (tiroxina e triiodotironina).
Se questi anticorpi attaccano i recettori dell’ormone, attivano la tiroide e la stimolano a secernere molti più ormoni rispetto a quanto farebbe normalmente.
Tra i sintomi della malattia vi sono una sudorazione eccessiva, l’esoftalmo (l’uscita degli occhi dalle orbite di qualche millimetro), l’ingrandimento della tiroide (o ipertiroidismo, la tiroide si ingrandisce perché lavora molto di più), diarrea, problemi dell’apparato cardiocircolatorio come la tachicardia (che può causare anche nervosismo e stati d’ansia), tremori e debolezza muscolare.
All’inizio i sintomi sono molto lievi tanto da far pensare a problemi legati alla sfera psicologica come lo stress, ma l’ingrandimento della tiroide e gli esiti degli esami ecografici ed ematologici con la ricerca degli anticorpi anti TSH non lasciano molti dubbi sulla natura del problema.
La terapia classica si basa sull’assunzione di:
La terapia tireostatica è relativamente innocua, mentre quella immunosoppressiva potrebbe rappresentare un problema per il paziente soprattutto per l’abbassamento dei globuli bianchi circolanti, che potrebbero portare ad una diminuzione delle difese immunitarie, lasciando per esempio spazio allo sviluppo delle malattie infettive.
Per questo motivo la terapia viene attentamente calibrata sul singolo paziente e, soprattutto, si cerca di limitare gli effetti collaterali, anche a scapito di un nuovo peggioramento della sintomatologia.
È in questo quadro che si inserisce l’AHCC con le sue benefiche proprietà.
AHCC nel trattamento del morbo di Basedow L’AHCC è un polisaccaride che, stando alle conoscenze scientifiche odierne, non ha un’interazione specifica con la tiroide, ma ha un effetto sul sistema immunitario.
Per questo motivo non interagisce in alcun modo con la terapia tireostatica, tuttavia ha il potere di contribuire a limitare la terapia immunosoppressiva, con relativa diminuizione del dosaggio del farmaco.
L’AHCC è infatti in grado di stimolare l’immunità aspecifica nell’organismo potenziando alcune linee cellulari bianche e stimolandole alla replicazione; le linee maggiormente interessate sono i linfociti Natural Killer, cellule che combattono qualunque antigene sia presente nell’organismo e che non venga riconosciuto come proprio, o self.
L’assunzione di questa molecola è utile principalmente per due motivi:
Al momento non ci sono studi clinici specifici che mettano in relazione l’assunzione di AHCC con un miglioramento dei sintomi del mordo di Basedow, tuttavia sono numerosi i lavori che hanno mostrato un’evidenza correlazione tra l’AHCC e il miglioramento della sintomatologia nei pazienti affetti dalle più comuni malattie autoimmuni come il Lupus Eritematoso Sistemico, l’artrite reumatoide e la colite ulcerosa, e ciò permette ipotizzare dei miglioramenti anche per questa patologia.
L’assunzione di AHCC deve essere continuativa e, considerando la stretta necessità di personalizzazione della terapia immunosoppressiva, il medico deve essere assolutamente informato della decisione del paziente di affidarsi a questa integrazione.
Ricordiamo che lo scopo dell’assunzione di AHCC non è la cura dalla patologia (ad oggi non si conosce una cura), né la ripresa della funzionalità dell’organo, ma la riduzione degli effetti collaterali dovuti alla terapia immunosoppressiva, che spesso influenzano in negativo la qualità della vita del paziente anche più della patologia stessa.