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L'oncologia è una delle discipline della medicina più studiate e su cui la ricerca mondiale si concentra maggiormente, al giorno d'oggi.

Le neoplasie, definite come una crescita cellulare nuova e incontrollata, sono sempre di più, e curarle, rispetto ad un’infezione batterica o virale, è molto più difficile.

Il motivo è facilmente comprensibile: mentre per distruggere le strutture di un organismo esterno,  come la parete cellulare, si possono creare dei farmaci, in oncologia l’obiettivo della terapia è distruggere le cellule che fanno parte dello stesso organismo o derivano da esse.

La terapia tradizionale, detta chemioterapia, ha numerosi effetti collaterali perché, purtroppo, i medicinali agiscono sulle cellule tumorali ma impattano anche su quelle sane e la guarigione non è scontata.

Una delle strade che la medicina intraprende per cercare di evitare i danni collaterali derivante dal trattamento farmacologico del tumore è quella di utilizzare sistemi diversi che affianchino i protocolli chemioterapici.

Tra queste metodiche, sono in studio la crioterapia, utile per masse di dimensioni contenute che vengono congelate e rimosse dopo averne inibito la crescita, e la radioterapia il cui scopo è la distruzione della massa neoplastica per mezzo di radiazioni.

Vi sono anche altri metodi che inducono l'organismo a combattere autonomamente la neoplasia tramite principi attivi che non prendono di mira il tumore in sé ma che agiscono migliorando il funzionamento delle cellule immunitarie.

Tra queste, una delle terapie più promettenti è la micoterapia, sempre più spesso affiancata alla chemioterapia tradizionale.

La micoterapia in oncologia

La micoterapia è una delle branche della medicina che cerca molecole ad azione terapeutica negli organismi appartenenti al regno dei funghi, un regno dei viventi separato sia dalle piante che dagli animali.

Avendo i funghi avuto un'evoluzione completamente diversa dagli altri organismi, in essi si trovano principi attivi non presenti negli organismi animali, né vegetali; l'esempio più famoso è la penicillina, il primo antibiotico della storia prodotto da funghi del genere Penicillium.

In ambito oncologico la micoterapia può essere utile non tanto per cercare principi attivi antineoplastici, che presenterebbero le stesse controindicazioni dei chemioterapici tradizionali, ma molecole che, come abbiamo detto prima, supportino il sistema immunitario.

Questo perché i tumori, per il nostro corpo, sono degli "errori biologici", e il nostro organismo è naturalmente in grado di correggerli.

Infatti esistono alcune cellule del sistema immunitario, che fanno parte dei linfociti, che ogni giorno, in ogni momento, cercano e distruggono le cellule del corpo che presentano difetti dei moltiplicazione, proprio per evitare l’insorgenza di neoplasie che, altrimenti, sarebbero molto più comuni e numerose.

Quando una neoplasia è più forte delle altre, magari a causa di fattori esterni come l'inquinamento o sostanze estranee dette cancerogene, il sistema immunitario può non essere abbastanza "forte" da sconfiggerla, e così il tumore si sviluppa; un rafforzamento del sistema immunitario consente di combattere anche neoplasie più grandi e difficili da sconfiggere, in combinazione con la chemioterapia.

I principi attivi del fungo Shiitake

Uno dei funghi che si è mostrato maggiormente efficace, in base agli studi scientifici fino ad oggi effettuati (che prendono in considerazione più di 100.000 pazienti), è il fungo Lentidula edodes, originario del Giappone, anche come fungo Shiitake.

Tra i principi attivi in esso contenuti l'AHCC, Active Hexose Correlated Compound, è il più promettente, ed è un complemento che fortifica il sistema immunitario.

In oncologia l’AHCC è un coadiuvante delle terapie tradizionali che contribuisce alla limitazione della crescita del tumore e alla riduzione degli effetti collaterali da assunzione di farmaci chemioterapici.

Gli studi hanno dimostrato come questo principio attivo sia particolarmente indicato per le neoplasie a matrice epiteliale, i tumori comunemente definiti "cancro": neoplasie del fegato, dei polmoni, del colon, del seno, della tiroide e delle gonadi, rientrano in questa categoria.

Minori risultati sono stati ottenuti invece per le neoplasie derivanti da matrice connettivale (osteomi, condromi), muscolare (leiomiomi, rabdomiomi) e nervosa (neuromi, gliomi).

Tuttavia, essendo l’AHCC un semplice coadiuvante del sistema immunitario, al contrario degli altri principi attivi impiegati nei protocolli terapeutici,  non provoca effetti collaterali.

A seconda della diffusione e della malignità del tumore, l'AHCC si è dimostrato un ottimo alleato della medicina tradizionale affiancandola nei percorsi di riduzione e arresto della crescita della neoplasia.

Oltre a questo, l'AHCC è in grado di ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia, con benefici come:

·         la scomparsa del vomito dopo i trattamenti chemioterapici;

·         la protezione del midollo osseo dal calo di produzione cellulare

·         la protezione del fegato dai danni causati dalle chemioterapie.

Questo naturalmente non significa che la micoterapia, da sola, sia risolutiva di patologie gravi come le neoplasie.

Le terapie mediche, infatti, non devono essere assolutamente interrotte.

Gli studi sull'azione del principio attivo fungino sono stati effettuati sempre in pazienti che hanno continuato la chemioterapia per tutta la durata dello studio, senza mai interromperla.

Per i pazienti affetti da alcuni tipi di neoplasie, però, l'AHCC costituisce una molecola utile per ridurre le controindicazioni delle terapie tradizionali e, in alcuni casi, aiuta anche a ridurre la neoplasia stessa, impattando positivamente sulla qualità della vita del paziente e, a volte, dimostrandosi fondamentale nella battaglia contro il tumore.

 

FONTE



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