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Le malattie di origine autoimmune possono colpire qualsiasi tessuto. Anche il fegato può esserne interessato. Il sistema immunitario funziona in maniera anomala, attaccando le cellule epatiche e compromettendo le funzioni di questo importantissimo organo.

Funzioni del fegato

Ricordiamo brevemente che il fegato è l’organo più grande che si trova nell’addome ed è anche la ghiandola più grande del corpo.

Le sue funzioni metaboliche sono fondamentali; è un organo coinvolto nella digestione. Inoltre, il fegato è importantissimo per il benessere dell’organismo nel suo complesso, svolge un ruolo di primo piano nella difesa dalle minacce esterne e ha un’azione detossinante.

Purtroppo, è una parte del corpo molto fragile. I suoi nemici principali sono il fumo, l’alcol, alcune categorie di farmaci. Come altri organi, è soggetto a infezioni e infiammazioni. Non ama gli eccessi di grassi nella dieta.

Le malattie autoimmuni che possono interessare l’organo sono fondamentalmente quattro:

  • la cirrosi biliare primitiva;
  • l’epatite autoimmune;
  • la colangite sclerosante primitiva;
  • la sindrome overlapping (che in sostanza presenta elementi della colangite sclerosante e dell’epatite autoimmune).

Meccanismi di degenerazione

Le cellule deputate alla difesa dell’organismo non riconoscono più il fegato e i dotti biliari come parte dello stesso. Li identificano, per un’anomalia forse di origine genetica, come elementi esterni all’organismo e quindi come patogeni da combattere.

Sulle cause delle malattie autoimmuni abbiamo già scritto.

Ci limitiamo a ricordare che la scienza non le ha ancora chiarite. Molto probabilmente queste patologie sono causate da una molteplicità di fattori. Una serie di concause che determinano, nella persona colpita, una condizione patologica a carico di un organo o tessuto. Anche i fattori ambientali (es. l’inquinamento) così come lo stress possono contribuire, in alcuni casi, allo sviluppo di queste patologie.

Rispetto alle autoimmuni del fegato, la ricerca ha individuato una componente ormonale.

Le donne quindi, in particolare i soggetti tra i 40 e i 70 anni, sono le più colpite. Spesso una malattia autoimmune del fegato è associata ad altre condizioni che hanno la medesima origine.

Cosa accade al fegato quando si ammala, nel caso delle patologie autoimmuni

Quando il fegato è interessato da una malattia di origine autoimmune si infiamma in maniera cronica e progressiva. Il processo infiammatorio investe cellule e tessuti del fegato e dei dotti biliari, grandi e piccoli. Gradualmente essi vanno in fase di necrosi o di cicatrizzazione, con conseguenze sul funzionamento dell’organo.

L’epatite autoimmune colpisce le cellule del fegato, la cirrosi biliare primitiva interessa le cellule dei piccoli dotti biliari, nella colangite sclerosante primitiva gli elementi bersaglio sono le cellule dei grandi dotti. Le malattie autoimmuni del fegato sono inizialmente silenziose e prive di sintomi.

I sintomi delle malattie autoimmuni a carico del fegato

Come accade nella maggior parte delle malattie autoimmuni, anche in questo caso i sintomi sono quasi assenti, nelle fasi precoci della malattia. Quando la condizione patologica che interessa il fegato si aggrava, cominciano a comparire i primi segnali.

In genere si tratta di:

  • dolore addominale,
  • stanchezza,
  • prurito e ittero,
  • nausea e vomito,
  • dolore articolare,
  • urine scure,
  • ascite (ovvero accumulo di liquidi nell’addome),
  • secchezza della bocca.

In una fase ancora più avanzata della patologia, i medici possono diagnosticare le seguenti condizioni:

  • cirrosi epatica,
  • insufficienza epatica,
  • ipertensione portale.

Tra le complicanze di una malattia autoimmune del fegato:

  • la denutrizione,
  • l’osteoporosi,
  • le varici esofagee,
  • il cancro al fegato e al colon.

La diagnosi viene effettuata attraverso la ricerca degli autoanticorpi specifici. A questi esami se ne aggiungono altri, tra i quali l’ecografia addominale, la risonanza magnetica, la TAC, etc.

Le terapie

I trattamenti variano a seconda della patologia diagnosticata. L’epatite autoimmune si tratta in genere con farmaci corticosteroidi in grado di inibire la funzione immunitaria. Immunosoppressori che hanno anche pesanti effetti collaterali. Per la colangite e per la cirrosi biliare si usa l’ursodiolo che, pur contenendo i sintomi, non ferma la progressione della patologia. La chirurgia è un’opzione nel caso della colangite sclerosante primitiva. Altrimenti, in casi selezionati, si può ricorrere al trapianto del fegato.

La prevenzione delle malattie autoimmuni del fegato

Non è possibile prevenire questo genere di patologie. Ma uno stile di vita sano e attivo consente di conservare a lungo il corretto funzionamento di tutti gli organi, fegato compreso. L’equilibrio, sia a tavola, sia nella gestione del tempo quotidiano (dedicarsi a un’attività fisica moderata è importantissimo) aiuta l’organismo a conservarsi in forma e gli organi a salvaguardare la propria condizione di salute.

I prodotti naturali da integrare nella dieta

Spesso può essere utile integrare nella dieta prodotti naturali che favoriscano il buon funzionamento del sistema immunitario.

Oltre a stimolare il sistema immunitario, potenziando le sue funzioni e contribuendo a migliorare la resistenza dell’organismo alle infezioni, la molecola innovativa AHCC® (adatta anche ai vegani) è un naturale disintossicante del fegato.

Migliora i sintomi di gravi patologie del fegato come l’epatite, l’epatite C (85% di riduzione del numero di virus in 3 mesi) e l’epatite fulminante. In casi di Epatite C esistono prove cliniche che indicano AHCC® come più efficace dell’Interferone ricombinante.

AHCC® gioca un ruolo importante anche nell’impedire all’epatite di evolversi in cirrosi.

Prima di assumere qualsiasi integratore alimentare è sempre bene informare il medico curante, soprattutto in presenza di patologie e con terapie in corso.



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