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La gastrectomia è uno degli interventi chirurgici più invasivi ma, in certi casi, necessari per la  sopravvivenza di pazienti affetti da patologie gravi come le neoplasie dello stomaco.

Consiste nell’asportazione parziale o totale dello stomaco, in base all’estensione della patologia.

Essendo lo stomaco un organo indispensabile per la digestione dei cibi e per la sua funzione difensiva contro la maggior parte dei batteri che normalmente ingeriamo con l’alimentazione, uno degli aspetti della vita che maggiormente cambia in coloro che subiscono questo intervento è il modo di alimentarsi.

Solitamente i pazienti sottoposti a gastrectomia non sento lo stimolo della fame, e questo induce un dimagrimento piuttosto rapido, causato dalla ridotta assunzione di cibo.

L’inappetenza è causata dalla mancanza dello stomaco che produce degli ormoni che regolano sazietà e sensazione di fame.

La nutrizione generalmente è eseguita per via naturale, con alimenti selezionati, evitando l’integrazione per via endovenosa.

L’intestino, infatti, funziona, pertanto è opportuno cercare di sfruttare le sue naturali funzionalità.

Nel lungo periodo il rischio che l’eccessiva perdita di peso lasci spazio allo sviluppo di altre patologie è concreta, e questo rende limitata l’aspettativa di vita di chi ha subito questo tipo di intervento.

Per fortuna vi sono nuovi studi che hanno individuato metodi che permettono di supportare la funzione vitale, permettendo anche di aumentare l’aspettativa di vita.

La nutrizione del paziente gastrectomizzato

Per prima cosa è importante capire i diversi obiettivi che si vuole raggiungere con la terapia nutrizionale in pazienti che hanno subito la gastrectomia, che vanno dall’integrazione basilare di nutrienti fino a:

  • prevenzione della malnutrizione, fornendo alimenti molto digeribili che possono essere facilmente assimilati dall’intestino;
  • facilitazione della guarigione dei tessuti, in particolare nel periodo immediatamente dopo la chirurgia);
  • mantenere le funzionalità residue, in caso di gastrectomia parziale;
  • rinforzare il sistema immunitario, in considerazione della perdita delle funzioni difensive dello stomaco.

Questi obiettivi si possono raggiungere scegliendo alimenti specifici, nonché aumentando il numero di pasti al giorno, assumendo quantità piccole ma frequenti di cibo, così da sfruttare al meglio la funzione, in particolare di assorbimento, dell’apparato digerente.

Gli integratori utili e l’utilizzo di AHCC

Gli integratori hanno principalmente due funzioni in questo tipo di nutrizione: la prima è quella di ottenere effetti positivi, come quello di potenziamento del sistema immunitario, la seconda è quella di ottenere sostanze nutritive altrimenti poco assimilate.

In particolare, per questa seconda funzione, risulta importante l’assunzione di ferro, acido folico e vitamina B12, nonché di vitamina D e di calcio, che spesso portano a carenze nei pazienti gastrectomizzati.

La ridotta presenza di queste sostanze causa le patologie tipicamente correlate alla mancanza di queste vitamine e minerali.

Diversa è invece la questione relativa ad AHCC, un polisaccaride derivato dal fungo Lentinula edodes la cui integrazione non va a colmare una carenza già presente ma, anzi, ha una funzione di potenziamento del sistema immunitario che, secondo la letteratura scientifica, potrebbe garantire un aumento dell’aspettativa di vita fino a cinque anni, rispetto alle forme di nutrizione che non comprendono questo tipo di integrazione.

Gli studi che hanno mostrato questo notevole incremento hanno riguardato un numero molto grande di pazienti, precisamente 245, dei quali alcuni avevano subito un intervento di gastrectomia, altri invece avevano un intervento simile, una colectomia, ovvero l’asportazione del colon, necessaria per eliminare il cancro ivi localizzato.

La maggior parte dei pazienti, comunque, era interessata da una neoplasia gastrica.

I pazienti sono stati seguiti per un periodo di sette anni, nei quali hanno assunto questa integrazione.

I risultati dello studio, paragonati con i valori medi di aspettativa di vita delle persone che hanno subito questo tipo di intervento chirurgico (lo studio riporta 700.000 pazienti interessati, nel mondo, nell’anno 2002), ha mostrato questo risultato molto importante, che gli autori riportano a due funzioni principali di AHCC:

  • il supporto all’attività del sistema immunitario.

A causa della mancanza dello stomaco, l’intestino si trova a che fare con molti batteri, che possono penetrare nel circolo sanguigno, causando patologie di diverso tipo.

Poiché l’AHCC ha la capacità di supportare l’attività delle popolazioni immunitarie, questo protegge dalle malattie infettive, portando ad una maggiore speranza di vita;

  • la capacità di AHCC di supportare le cure mediche nella riduzione dello sviluppo di metastasi: poiché la popolazione più interessata dal fenomeno è quella delle cellule NK, Natural Killer, che si occupano della distruzione dei tumori emergenti, con l’assunzione di un integratore di AHCC, ci sono meno possibilità di sviluppo di metastasi, magari già presenti nel momento della gastrectomia, permettendo così il prolungamento dell’aspettativa di vita.

Questo studio, il più importante condotto su pazienti affetti da neoplasia dello stomaco, unito ad altri studi successivi, mostra come l’AHCC sia un valido supporto nei pazienti che hanno subito l’intervento di gastrectomia, e la mancanza di effetti collaterali lo rende un integratore molto importante da assumere in questa specifica condizione.

FONTE: 



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