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Il trattamento delle patologie pediatriche è diverso rispetto a quello delle patologie che colpiscono gli adulti e le persone anziane.

I bambini, come si dice in medicina, non sono dei piccoli adulti ma individui la cui anatomia e fisiologia è completamente diversa da quella degli adulti, e queste differenze devono essere prese in considerazione nell’approccio terapeutico alle varie patologie.

Il pediatra tiene conto delle specificità che riguardano il bambino, ma è giusto che anche i genitori le conoscano, per riuscire a comprendere quale impatto possano avere i farmaci rispetto alle terapie alternative sui pazienti in età pediatrica.

In questo articolo analizzeremo le differenze fisiologiche tra l’adulto e il bambino relativamente alla farmacologia e al sistema immunitario, per poi concentrare la nostra attenzione sull’utilizzo di AHCC in età pediatrica.

Il sistema immunitario del bambino

Il sistema immunitario del bambino è diverso da quello dell’adulto.

L’immunità umana viene suddivisa in due categorie: quella naturale, ovvero attiva fin dal giorno nella nascita e non specifica per i singoli patogeni, e quella acquisita, cioè specifica per alcuni patogeni, che si attiva quando ci si sottopone ad una vaccinazione.

Nell’adulto queste due tipologie di immunità sono ugualmente sviluppate.

Il bambino, invece, che è in fase di sviluppo, ha l’immunità naturale già efficace fin dalla nascita (altrimenti non potrebbe reagire alle malattie nei primi mesi di vita), mentre quella acquisita si svilupperà nel tempo, man mano che egli verrà in contatto con organismi patogeni diversi.

Questo processo che accompagna la crescita, permetterà al suo organismo di imparare a riconoscere e a combattere gli agenti patogeni.

Il meccanismo è lo stesso della vaccinazione, tramite la quale si “insegna” all’organismo a contrastare malattie specifiche.

Gli organi del sistema immunitario, come il midollo osseo, il timo, i linfonodi e le tonsille, si sviluppano nelle prime settimane di vita, ma l’immunità acquisita aumenta con il tempo: per capire meglio, basta pensare che le immunoglobuline A e M (due categorie di anticorpi) aumentano costantemente dalla nascita ai 16 anni di vita, quando raggiungono il loro numero definitivo.

Il ricorso ai farmaci in età pediatrica I farmaci tradizionali differiscono, nella modalità di utilizzo, dal bambino all’adulto.

In base ai principi attivi che compongono il farmaco, nel bambino vi può essere una differenza di assorbimento, che può aumentata o diminuita.

Inoltre il metabolismo dei farmaci, cioè il modo in cui organismo tratta i farmaci, subisce delle variazioni di velocità: i meccanismi sono molto lenti nel primo anno di vita per poi diventare molto rapidi (più che nell’adulto) per tutta l’infanzia e, infine, stabilizzarsi su valori più bassi nell’adolescenza.

Questo significa che i farmaci, nel bambino da 2 a 15 anni, subiscono un processo metabolico più rapido da parte dell’organismo, da tenere in considerazione nel valutare la posologia più adatta.

Le dosi, infatti, dovrebbero aumentare tenendo conto di una più rapida esplusione, ma anche diminuire a causa del minor peso corporeo del bambino.

Per questo motivo, per ogni farmaco viene fatta una valutazione medica che permette di indicare le dosi efficaci che devono essere assunte dal bambino e che sono perlopiù diverse da quelle dell’adulto.

AHCC può essere assunto in età pediatrica

Fatte queste lunghe ma doverose premesse, possiamo analizzare l’importanza di AHCC nel trattamento delle patologie in età pediatrica.

Benchè AHCC non sia un farmaco ma un alfa glucano, viene sottoposto come i farmaci ad un processo metabolico da parte dell’organismo.

Il ricorso ad AHCC è particolarmente indicato nel bambino perché questa molecola stimola il sistema immunitario e, in particolare, le cellule Natural Killer, ovvero i globuli bianchi che fanno parte dell’immunità naturale .

Poiché nel bambino l'immunità naturale è attiva ma, per motivi fisiologici, quella acquisita non è attiva, la molecola è utile per spingere quest'ultima a proteggere meglio l’organismo. Questo consente di limitare, se non di evitare del tutto, la contrazione delle malattie infettive tipiche dell’età infantile che, nell’adulto, vengono combattute dall’immunità acquisita.

Potenziare quindi l’immunità naturale del bambino consente di far fronte ai danni provocati da virus e batteri in modo rapido ed evitare l’insorgenza dei sintomi peggiori della malattia.

Gli studi clinici non hanno riportato effetti collaterali nell’assunzione di AHCC in età pediatrica, bensì un potenziamento dell'effetto, a parità di dosi, rispetto all’adulto.

Questo significa che è necessario ridurre le dosi della molecola sui bambini.

Fino all’età di 10-12 anni, la dose di AHCC dovrebbe essere la metà rispetto a quella indicata per la somministrazione negli adulto.

Le funzioni di AHCC sono le stesse nel bambino e nell’adulto, ma la sua capacità di stimolare le difese immunitarie per contrastare le malattie infettive, ricopre particolare rilevanza nel bambino.



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