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La Tubercolosi, causata dal Mycobacterium tubercolosis, il micro batterio della tubercolosi umana, era molto diffusa nel nostro paese fino alla metà del secolo scorso, anche a causa delle scarse condizioni igieniche.

Una patologia meno conosciuta ma impossibile da debellare, a causa della presenza costante nell’ambiente dell’agente infettivo, è la malattia polmonare da micro batteri non tubercolari.

 Si tratta di un micro batterio, il Mycobacterium avium complex, dalle caratteristiche diverse rispetto ai batteri tubercolari, che colpisce i polmoni.

 Questa infezione non è una tubercolosi vera e propria, e si sviluppa in condizioni specifiche, concomitanti con la riduzione di attività del sistema immunitario, non più in grado di controllare l’infezione. 

I Micro batteri non tubercolari

La malattia polmonare da micro batteri non tubercolari, a differenza di altre malattie batteriche, non si cura non gli antibiotici.

I micro batteri in questione sono caratterizzati da una particolarità strutturale, la loro membrana è molto più spessa rispetto a quella degli altri micro batteri, e questo fa sì che la maggior parte delle molecole, tra cui gli antibiotici, non possano entrare al loro interno.

Non poter ricorrere agli antibiotici, farmaci d’elezione per il trattamento delle affezioni di origine batterica, rende la malattia molto difficile da curare.

Fortunatamente si tratta di agenti molto lenti a stabilizzarsi e a crescere, quindi perché la malattia si sviluppi sono necessari alcuni mesi.

Grazie a ciò il sistema immunitario, nelle persone immunocompetenti, riesce da solo ad evitare l’infezione e la proliferazione dei batteri all’interno dell’organismo.

I soggetti a rischio sono quindi gli immunodepressi, categoria che comprende i malati di HIV ma anche tutte le persone che seguono delle terapie oncologiche, che hanno effetti immunosoppressivi della funzionalità del sistema immunitario.

Il Mycobacterium avium si trova nell’ambiente un po’ dappertutto nell’ambiente che ci circonda.

Si trasmette all’uomo principalmente tramite le feci degli uccelli che possiamo inalare sotto forma di polvere, una volta secche.

La trasmissione tra esseri umani è invece rarissima, e avviene comunque per via respiratoria.

Vista l’alta diffusione di questi batteri, ognuno di noi è necessariamente entrato in contatto con essi durante la vita ma, se non abbiamo sviluppato la malattia, è grazie al sistema immunitario che li ha tenuti sotto controllo.

La terapia per il Mycobacterium avium

Per prima cosa il soggetto malato viene sottoposto a dei test per verificare in modo certo se esista un antibiotico al quale il batterio è sensibile poichè a volte, negli antibiogrammi, si riesce ad identificare una vulnerabilità nelle difese del batterio, che permette di bloccare l’infezione.

Se questo ciò non dovesse verificarsi, l’unica terapia possibile si basa sul rafforzamento del sistema immunitario.

Quando la malattia si è già sviluppata, quindi diversi mesi dopo il verificarsi dell’infezione, sarà molto più difficile intervenire.

Lo scopo del trattamento, a questo punto, è di bloccare lo sviluppo della malattia, diminuendo i danni che il batterio può causare all’organismo.

Grazie ad uno studio preclinico su animali da laboratorio, suscettibili di sviluppare come noi quest’infezione, sappiamo che AHCC è una molecola in grado di stimolare la funzionalità del sistema immunitario.

L’esperimento ha messo in evidenza l’effetto positivo di AHCC sull’inibizione della crescita di questo batterio, legato probabilmente all’attività difensiva del sistema immunitario stesso; in alcuni casi, in assenza di trattamento antibiotico, la molecola ha prodotto una riduzione dell’entità dell’infezione.

Il meccanismo di azione di AHCC è ancora sconosciuto.

La terapia non è rapida, ed esattamente come quella farmacologica, l’integratore di AHCC deve essere assunto per diversi mesi, da un minimo di 8 fino a 12 mesi o più.

La costanza è tutto in questo genere di trattamenti.

AHCC non è utile solo come terapia ma anche come coadiuvante del sistema immunitario per la prevenzione di qualsiasi attacco da parte di virus o batteri esterni, compresi quelli dei microbatteri non tubercolari. 

FONTE:



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