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La mielosoppressione è una condizione medica che riguarda il malfunzionamento del midollo osseo, chiamata anche mielotossicità o soppressione del midollo osseo.

Si tratta di una delle condizioni patologiche tra le più gravi per l’organismo umano perché il midollo osseo è la sede di produzione di tutte le cellule del sangue, sia quelle con funzione di trasporto dell’ossigeno (i globuli rossi), sia quelle con funzione di protezione (i globuli bianchi).

La mielosoppressione può essere provocata da diversi fattori, tra le più frequenti vi sono i farmaci chemioterapici e le neoplasie.

Il chemioterapico è creato per bloccare il tumore inibendone la moltiplicazione.

 Il loro meccanismo di azione punta a disattivarne la crescita (causata da migliaia di moltiplicazioni cellulari che avvengono continuamente) e stabilizzarlo; pian piano, le cellule iniziano a morire e il tumore viene così sconfitto.

La chemioterapia agisce su cellule che, ancorchè dannose, fanno parte del nostro organismo e la sua azione blocca anche la moltiplicazione di altre cellule non tumorali, tra le quali i precursori dei globuli bianchi e rossi.

Se queste cellule del sangue non si moltiplicano, si verifica una condizione di anemia (pochi globuli rossi nel sangue) o di pancitopenia (pochi globuli bianchi nel sangue), che predispone l’organismo ad infezioni e malattie.

Per limitare i danni da chemioterapici si usano i cosiddetti mieloprotettori.

Il ruolo dell’AHCC nella mieloprotezione

L’AHCC è una molecola di estrazione fungina che ha dimostrato di poter migliorare lo stato del sistema immunitario stimolando la riproduzione di queste cellule.

Un aumento del loro numero aiuta l’organismo ad agire più efficacemente contro le malattie e le infezioni.

Nel midollo osseo la molecola ha un effetto molto importante e contrario a quello prodotto dalle neoplasie e dai chemioterapici.

Se, infatti, le cellule tumorali e farmaci inibiscono la moltiplicazione dei globuli bianchi, l’AHCC ne stimola la riproduzione mentre non sembra interferire sulla moltiplicazione dei globuli rossi (che comunque possono essere rintegrati tramite trasfusione ematica, se necessario).

Il meccanismo d’azione dell’AHCC è intuitivo: da un lato c’è un farmaco, il chemioterapico, che rallenta la moltiplicazione delle cellule sane, dall’altro una molecola, l’AHCC, che ne rende più rapida la moltiplicazione e che permette il ristabilirsi del numero di globuli bianchi.

Nella realtà il chemioterapico ha un effetto molto più potente rispetto all’AHCC, tuttavia diversi studi hanno rilevato un aumento del numero dei globuli bianchi nei pazienti che avevano assunto l’integratore.

In uno di questi studi effettuato in Corea del Sud su 12 pazienti malati di cancro in uno stadio che andava da 2 a 4, dopo un periodo di assunzione di AHCC parallelamente alla somministrazione del farmaco chemioterapico, si è registrato un aumento dei globuli bianchi del 30% rispetto al periodo precedente.

Visto che sull’uomo gli studi sono complessi, perché la grande variabilità delle neoplasie rende difficile valutare se i miglioramenti sono dovuti alla molecola o ad altre cause, sono stati fatti anche degli studi sugli animali.

In uno di questi, in particolare, sono stati somministrati due chemioterapici umani (ciclofosfamide e 5 fluorouracile) a dei topi con lo scopo di bloccare la riproduzione dei loro globuli bianchi.

Di quattro gruppi di topi, a due sono stati somministrati solamente i chemioterapici, mentre agli altri è stato fornito l’AHCC in aggiunta a due chemioterapici.

Il risultato è che i globuli bianchi sono diminuiti nei gruppi che avevano ricevuto solamente il farmaco, mentre sono rimasti invariati in quelli che hanno ricevuto anche l’AHCC.

Tutto ciò indica che l’effetto benefico della molecola esiste e lo si capisce per certo perché, nel caso in esame, non vi era alcuna interferenza provocata ad una malattia esterna.

Anche un’altra ricerca simile, sempre effettuata sui topi ma con chemioterapici diversi (metotrexato e 6 mercaptopurina), ha riportato i medesimi risultati.

Una ricerca più recente, condotta sui topi con una combinazione di chemioterapici diversi, ha mostrato come, con la somministrazione di AHCC, il valore dei globuli bianchi rimanga invariato nonostante la presenza del chemioterapico.

Ovviamente un risultato del genere, raggiunto su animali sani, non si può ottenere sull’uomo affetto da neoplasia e in cura chemioterapica perché anche il tumore stesso inibisce la replicazione dei globuli bianchi.

Tuttavia dagli studi citati risulta evidente come l’AHCC abbia un effetto importante, anche in medicina umana, nella regolazione della mielosoppressione.

Considerati i risultati incoraggianti, nei prossimi anni la molecola sarà sicuramente oggetto di studi ulteriori, specie in campo umano, di cui alcuni sono attualmente in corso.

Ad oggi possiamo considerare l’AHCC uno dei composti più promettenti per la protezione del midollo osseo nelle situazioni che possono causare la mielosoppressione.



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