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La sindrome di Sjorgen è una malattia poco diffusa e poco conosciuta, di natura  infiammatoria, causata da un errato funzionamento del sistema immunitario, che smette di riconoscere le proprie strutture, attaccandole come fossero estranee all’organismo.

La malattia, in particolare, colpisce i sistemi ghiandolari, ma non solo.

I sintomi principali sono la secchezza della bocca e dell’occhio, causati da un malfunzionamento dalle ghiandole lacrimali e salivari.

Quando si presentano unicamente questi due sintomi si parla di sindrome di Sjorgen primaria.

Nella sindrome di Sjorgen secondaria, invece, ad essere colpito principalmente è il tessuto connettivo, oltre alle ghiandole sopracitate.

Il tessuto connettivo si trova praticamente in tutti gli organi, quindi il paziente riferirà sintomi molto vari, che renderanno complicata la diagnosi.

La sindome di Sjorgen, nella sua variante secondaria, può essere confusa con i disturbi dell’alimentazione o con infiammazioni primarie delle ghiandole, con conseguente ritardo dell'inizio del trattamento.

Questa malattia colpisce prevalentemente le donne, che rappresentano l’80 90% della totalità dei pazienti.

È possibile trattare la sindrome di Sjorgen?

Come per le altre malattie autoimmuni,per la sindrome di Sjorgen non esiste una terapia specifica, nè una cura definitiva.

Il trattamento si basa sull’assunzione di antinfiammatori e immunosoppressori, due categorie di farmaci che agiscono sui sintomi, andando a limitare l’azione distruttiva messa in atto dal sistema immunitario.

Si tratta di farmaci molto dannosi per l’organismo, così come i cortisonici.

Per questo, in attesa di trovare una terapia specifica per questa patologia, la medicina tradizionale si avvale di rimedi naturali in grado di agire, in sinergia con i farmaci, sulla riduzione della sintomatologia.

Il ruolo dei rimedi naturali

Sempre più utilizzati nelle malattie autoimmuni, i rimedi naturali sono utili anche nella sindrome di Sjorgen, in particolare in quella secondaria, che colpisce più organi.

I più efficaci agiscono modulando l’attività del sistema immunitario.

Alfa glucani e i beta glucani, in particolare, sono molecole in grado di produrre effetti positivi sul sistema immunitario, contribuendo a migliorare la sintomatologia del paziente.

La molecola fungina AHCC, una delle più utilizzate nelle malattie autoimmuni per la sua capacità di nutrire i globuli bianchi e di farli proliferare, accrescendone sia il numero che l’attività, viene spesso impiegata in questa malattia.

Essa agisce soprattutto sulle cellule che compongono l’immunità aspecifica, di cui fanno parte le cellule Natural Killer.

Le Natural Killer modulano la risposta immunitaria aspecifica, diminuendo quella specifica, che interviene nelle reazioni autoimmuni, in cui sono invece i linfociti ad agire come cellule principali.

L’assunzione continuativa di AHCC permette quindi di modulare, nel lungo periodo, la risposta immunitaria dell’organismo.

Benchè l’azione di AHCC non possa raggiunge i livelli del cortisone, in grado di annullare totalmente la risposta immunitaria, si tratta di una molecola naturale la cui assunzione non presenta effetti collaterali, permettendo al paziente di proseguire senza timori la terapia anche per lungo tempo.

Gli studi scientifici hanno riportato una riduzione dei sintomi della malattia, in seguito all’assunzione di AHCC, con una ripresa della funzionalità ghiandolare, che ha permesso, nel complesso, di migliorare le condizioni di vita del paziente.

Naturalmente l’assunzione di AHCC non è in grado di portare ad una guarigione dalla sindrome di Sjorgen, d'altronde impossibile anche con i trattamenti tradizionali.

Tuttavia la molecola contribuisce a tenere sotto controllo la malattia, permettendo al paziente, con il tempo, di diminuire anche il dosaggio dei farmaci, in particolare degli steroidi come il cortisone.

Certamente AHCC rappresenta per i pazienti affetti da sindome di Sjorgen un valido supporto per il trattamento di una malattia invalidante e ancora poco conosciuta.

FONTI:



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