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La condilomatosi è una delle patologie causate dal virus dell’HPV, che interessa particolarmente la donna.
Per contrastare la diffusione della patologia, negli ultimi tempi è in atto una campagna di vaccinazione preventiva. In realtà, trattandosi di una malattia venerea, il Papillomavirus attacca tanto la donna quanto l’uomo (che di solito la trasmette alle donne), anche se le lesioni sono più frequenti nel sesso femminile. L’uomo è vittima, quindi, di una forma di condilomatosi più leggera rispetto a quella che colpisce la donna.

Bisogna tenere presente che non tutti gli uomini manifestano le lesioni classiche del virus in quanto portatori sani di HPV, mentre altri sviluppano delle piccole papule di colore biancastro nella zona genitale, dette condilomi maschili. La localizzazione delle lesioni è variabile: i condilomi si possono presentare sul glande, sul prepuzio, alla base del pene (regione pubica) e anche nella zona scrotale, oltre a quella anale (come nella donna).
Le lesioni si presentano anche negli uomini che, in occasione di rapporti a rischio, utilizzano i profilattici. Il contraccettivo riduce tantissimo, ma non azzera, la possibilità di contagio, in quanto il virus può svilupparsi anche nella zona pubica e scrotale.
La terapia sicuramente risolutiva per i condilomi è la chirurgia, a cui però si ricorre solo nei casi più gravi. Nella maggior parte degli altri casi, invece, i condilomi sono di piccole dimensioni e, come per la donna, la terapia di tipo medico mira alla regressione delle lesioni.


L’AHCC nella condilomatosi maschile

La terapia attualmente prescritta per la condilomatosi umana non è specifica perché non esiste un farmaco antivirale in grado miratamente di per sconfiggere il virus (a differenza degli antibiotici con i batteri). La terapia si basa sull’assunzione di farmaci che potenziano la risposta immunitaria locale nelle zone colpite dai condilomi, affinché il sistema immunitario riesca a bloccare la replicazione virale.
La terapia per la cura della condilomatosi maschile è la stessa che si usa nella condilomatosi femminile. I tempi di guarigione sono piuttosto lunghi (più lunghi se i condilomi sono grandi) e, poiché la zona genitale è particolarmente sensibile, può presentare fastidiosi effetti collaterali.

Nei casi più lievi di condilomatosi maschile, al fine di evitare l’insorgenza di effetti collaterali, diversi studi suggeriscono di sostituire la terapia classica con l’utilizzo di AHCC, molecola di estrazione fungina in grado di stimolare alcune cellule specifiche del sistema immunitario ottenendo così gli stessi effetti dei farmaci tradizionali.

Considerando che, così come la regressione, anche l’avanzamento della malattia è molto lento, e che i condilomi non sono dolorosi per l’uomo, è possibile tentare la terapia completamente naturale a base di AHCC senza riportare alcun effetto collaterale.
Anche il protocollo medico per l’utilizzo di AHCC nell’uomo è identico a quello della donna, e prevede due opzioni:

  •  la combinazione di AHCC con i farmaci tradizionali per diminuire i tempi di scomparsa dei condilomi, considerando almeno due mesi di terapia seguita da un follow up di altri quattro mesi per essere sicuri che i condilomi siano completamente scomparsi
  •  l’utilizzo del solo AHCC per la scomparsa dei condilomi.


In questo caso i tempi sono ancora più lunghi (dai tre ai sei mesi), ma non si corre il rischio della comparsa degli effetti collaterali tipici della terapia tradizionale. Anche in questo caso c’è poi un follow up che permette di capire se i condilomi sono scomparsi completamente.
Il meccanismo d’azione di AHCC si basa sulla stimolazione delle cellule specifiche del sistema immunitario, le cellule Natural Killer, le più importanti nella risposta immunitaria verso gli agenti virali.

L’azione è sistemica (a differenza dei farmaci che sono ad applicazione locale, l’AHCC viene ingerito) ed ha quindi effetti anche sul resto dell’organismo. L’AHCC, inoltre, aumenta il numero di citochine, molecole che hanno lo scopo di preparare la cellula ad un attacco esterno e di difendersi in modo autonomo o richiamando le difese immunitarie.

Il virus ha lo stesso comportamento nell’uomo e nella donna, per cui gli studi clinici effettuati sulle pazienti femmine (più frequenti perché il virus è più diffuso tra le donne), che attualmente sono più di 40, valgono anche per l’uomo e dimostrano come la terapia con AHCC sia risolutiva.

Al momento, la condilomatosi è considerata una delle poche malattie in cui si può avere una regressione totale dei sintomi senza l’utilizzo di medicinali tradizionali.

Bisogna ricordare comunque che, sia nella terapia tradizionale che in quella effettuata con AHCC, si ottiene una scomparsa dei condilomi ma non del virus, che rimane integrato nelle cellule colpite (esattamente come accade per l’Herpes labiale) e i condilomi potrebbero presentarsi nuovamente, a seguito, ad esempio, di situazioni particolarmente stressanti.

Nonostante ciò, la presenza del virus nell’organismo non implica generalmente la ricomparsa dei condilomi che, se dovessero ripresentarsi, possono essere nuovamente trattati, sempre senza rischi, con AHCC.



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