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La condilomatosi è una delle patologie infettive più sottostimate dalla popolazione.

La sua manifestazione più evidente sono i condilomi, ovvero delle verruche che si formano nella zona genitale e, in certi casi anche anale, dell’organismo. Si riscontrano anche casi di condilomi del cavo orale.

L’HIV è la malattia infettiva a trasmissione venerea più conosciuta ma, purtroppo, ne esistono molte altre, una delle quali è proprio la condilomatosi che è causata da un virus la cui eliminazione radicale è molto difficile.

Tra le terapie utili per la risoluzione dei condilomi, che contribuisce maggiormente, è la terapia con AHCC, molecola estratta da un fungo che cresce spontaneamente in oriente e che permette al paziente di evitare effetti collaterali della terapia farmacologica tradizionale.

I condilomi

I condilomi sono le lesioni più evidenti causate da un virus denominato HPV, o Herpes Papilloma Virus.

Si tratta di un virus della famiglia degli Herpes, quindi molto simile come struttura all’Herpes simplex (o herpes del labbro) ma le cui lesioni, in certi casi, possono essere più evidenti e anche più dolorose.

La trasmissione è venerea, avviene cioè per contatto tra soggetti che hanno avuto rapporti sessuali non protetti. Le persone maggiormente colpite sono le donne, tuttavia la patologia colpisce anche gli uomini.

Il virus si trasmette facilmente ed è in rapido aumento nel mondo perché alcuni soggetti ne sono portatori sani, quindi sono infetti ma non ne sono coscienti perché non sviluppano i condilomi.

Quando il virus esplica la sua azione (cosa che può succedere anche dopo mesi o anni dall’infezione) la pelle inizia ad indurirsi e si alza, diventando sopraelevata rispetto alla pelle che la circonda, a causa della modifica della struttura delle cellule.

I condilomi causano dolore, fastidio e in certi casi, quelli più gravi, ostruzioni delle vie riproduttive o dell’intestino. Nei casi peggiori, in presenza di alcuni ceppi specifici (esistono più varietà di HPV), in luogo dei condilomi, potrebbe sviluppare il cancro alla cervice uterina.

Il mezzo diagnostico più efficace per sapere in pochissimo tempo, anche in assenza di sintomi, se si è infetti da HPV e se la lesione genitale è un condiloma, è il PAP Test (peraltro gratuito in molte regioni d’Italia).

Le tipologie di condilomi

Non esiste, in generale, una sola tipologia di condiloma, ma ne esistono diverse caratteristiche peculiari.

 Di seguito i principali:

  • Il condiloma acuminato è la lesione più comune, ed è molto diffuso e molto infettante; causato dai tipi 6 e 11 di HPV, prende anche il nome di verruca genitale, per la sua particolare forma simile, appunto, a quella di una verruca.
  • Il condiloma acuminato gigante è correlato anch’esso con l’infezione da HPV, ma con la differenza che si sviluppa molto più in ampiezza ed ha la forma simile ad un tumore genitale, una massa.

Deve essere rimosso chirurgicamente, anche se tende a recidivare (ma non a dare metastasi)

 Il condiloma latum è una lesione simile a quella del condiloma acuminato ma dall’origine completamente diversa: causata da Treponema pallidum, il batterio responsabile della sifilide, altra malattia a trasmissione sessuale, è caratterizzato da lesioni avvallate e meno dolorose rispetto a quelle del condiloma acuminato.

L’azione risolutiva di AHCC nei condilomi

Una delle molecole che ha dimostrato maggiore efficacia nella cura dei condilomi grazie alla sua azione diretta sul sistema immunitario, è AHCC, Active Exose Correlated Compound.

La terapia classica per la risoluzione dei condilomi, infatti, si basa sull’utilizzo di farmaci che modulano la risposta immunitaria, andando a potenziare la risposta locale attraverso l’applicazione di pomate.

Nella maggior parte dei casi con la cura si raggiunge la guarigione, tuttavia questi farmaci possono provocare fastidiosi effetti collaterali localizzati come bruciore, dolore e gonfiore.

Utilizzando AHCC, invece, si potrebbe ottenere lo stesso effetto risolutivo in assenza totale di effetti collaterali.

I motivi sono principalmente due: il primo è che la terapia farmacologica classica è locale, concentrata quindi nella zona di intervento, mentre la terapia con AHCC è sistemica; il secondo è che AHCC stimola l’attivazione immunitaria esattamente come i farmaci ma l’azione è mirata solo su alcune cellule del sistema immunitario, non su tutte.

Il meccanismo di azione si basa sull’aumento dell’attività delle cellule Natural Killer, delle cellule dendritiche e sull’aumento del numero di citochine, tutti fattori importanti nella modulazione dell’infezione in risposta alle malattie virali, tra cui proprio il Papillomavirus.

Essenzialmente, si va ad aumentare l’azione del sistema immunitario con AHCC, esattamente come fanno i farmaci tradizionali, così che questo riduca l’azione dannosa del virus e contribuisca nella riduzione delle lesioni da esso causate.

Gli studi clinici che hanno riportato gli effetti risolutivi sono ormai più di 40, eseguiti in varie parti del mondo, e hanno dimostrato come il trattamento con AHCC che dura da 3 a 6 mesi rappresenta un valido supporto per ridurre i condilomi, senza la necessità di assumere altri farmaci.

Una terapia completamente naturale, che non ha effetti collaterali e che migliora una delle patologie più frequenti e più preoccupanti di questi anni.

E’ doveroso ricordare che nella terapia con AHCC, così come in quella classica, hanno un'azione risolutiva nei condilomi ma, non eliminano l’HPV che, essendo un Herpes, ha la particolarità di rimanere per sempre nell’organismo infettato.

Per questo non è da escludere che i condilomi, guariti con l’uso della terapia classica oppure con AHCC, possano recidivare. In tal caso, la terapia con AHCC potrà essere ripetuta, senza controindicazioni, per eliminarli nuovamente.

FONTI:

  • Clinical Perspectives on the Role of the Human Papillomavirus Vaccine in the Prevention of Cancer, Justin M. Julius, Pharm.D., Lois Ramondeta, M.D., Katherine A. Tipton, Pharm.D., Lincy S. Lal, Pharm.D., Ph., Karen Schneider, M.D., Judith A. Smith, Pharm.D., FCCP, FISOPP. Pharmacotherapy. 2011;31(3):280 297


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