AHCC agisce sul sistema immunitario stimolando i linfociti Natural Killer (NK).
Si tratta di una popolazione cellulare meno conosciuta anche dalla stessa ricerca medica rispetto ai più noti linfociti B e T, ma si tratta dei globuli bianchi più importanti per lotta ad alcune patologie, tra cui le neoplasie.
Nel corso degli anni sono stati effettuati diversi studi sulle cellule Natural Killer e, in questo articolo, cercheremo di capire che cosa sono, come agiscono nella lotta alle malattie e, soprattutto, qual è l’effetto della stimolazione di AHCC sulla loro attività immunitaria.
Cosa sono le cellule Natural Killer, o Linfociti Natural Killer
Le cellule Natural Killer una delle principali tipologie di cellule che compongono il sistema immunitario presente nel nostro organismo.
Fanno parte del cosiddetto sistema immunitario innato, ovvero di quella parte di sistema immunitario che ha la funzione di “difendere in prima linea” l’organismo da eventuali agenti patogeni, distruggendoli senza la necessità di una stimolazione primaria.
L’innato si contrappone al sistema immunitario adattivo, che comprende le cellule B e T, che agiscono solo in seguito ad un’opportuna stimolazione dell’organismo.
Le cellule NK agiscono contro qualsiasi agente patogeno, compresi i batteri e le neoplasie.
Considerato che esse non stimolano il sistema immunitario adattivo (perché sono a tutti gli effetti cellule del nostro stesso corpo, non riconosciute come dannose), sono le uniche cellule del sistema immunitario ad agire direttamente contro le neoplasie.
Rappresentano circa il 10% del corredo cellulare del sistema immunitario e hanno una vita particolarmente breve rispetto alle altre.
Fino a qualche anno fa non venivano distinte dagli altri linfociti, mentre oggi sono numerose le ricerche che mirano a conoscerle meglio, per poterne sfruttare il potenziale nella lotta contro il cancro.
Come riescono i linfociti NK a riconoscere alcune cellule come self, ovvero proprie dell’organismo, ed altre come non self, cioè estranee? Le cellule del sistema immunitario attaccano un antigene con il quale sono entrate in contatto in precedenza, ad esempio tramite un vaccino o una patologia, oppure per mezzo di altri meccanismi tuttora incompresi come quelli che portano all'insorgenza di un’allergia.
Le cellule NK invece, non ricercano un antigene già visto, ma riconoscono qualcosa di diverso dalla maggior parte delle cellule del corpo.
Tutte le cellule (pareti dei vasi, cellule dei singoli organi, globuli rossi e così via) hanno delle particolari proteine di membrana che insieme formano il complesso maggiore di istiocompatibilità.
È una specie di “carta d’identità” delle nostre cellule e, se una cellula ha molte proteine di questo tipo, non viene attaccata.
Se una cellula ne ha poche, invece, viene attaccata: è il caso dei batteri, dei parassiti e delle cellule tumorali, che non hanno espressione del complesso, così come le cellule infettate dall’HIV (è per questo che i sintomi dell’HIV si manifestano anche ad anni di distanza dall’infezione).
I linfociti NK le riconoscono e le attaccano. Inoltre sono in grado di produrre una sostanza che si chiama Interferone γ, che attiva le altre cellule del sistema immunitario, tra cui i linfociti B, i linfociti T e i macrofagi che, facendo parte del sistema immunitario adattivo, necessitano di essere stimolate per attivarsi.
L’effetto di AHCC sulle cellule Natural Killer
Gli studi riguardanti gli effetti di AHCC sulle cellule NK sono stati condotti su soggetti oncologici e hanno mostrato come la molecola, che va a nutrire direttamente questa popolazione cellulare, sia in grado di aumentarne l’espressione, intesa come quantità numerica e attività, fino al 200 300%, cioè da due a tre volte rispetto al numero naturalmente presente in un soggetto che non assume la molecola.
L’AHCC è una delle migliori molecole attualmente a disposizione per stimolare l’organismo a reagire contro il cancro, potenziando l’effetto del danneggiamento “esterno” della neoplasia effettuato attraverso i farmaci chemioterapici.
Una raccolta di studi scientifici ha mostrato che, tra gli oltre 100 pazienti trattati in tutto il mondo con AHCC, i risultati più importanti si sono avuti sulle neoplasie localizzate al seno, ai polmoni, ai reni, al fegato e alle ovaie.
Gli studi hanno dimostrato anche che la terapia ha effetti statisticamente significativi, quindi che i miglioramenti osservati nei pazienti trattati non sono dovuti al caso ma ad un effetto concreto dell’azione della molecola.
L’AHCC è quindi indiscutibilmente uno dei migliori supporti alle terapie proposte dalla medicina tradizionale per la lotta contro il cancro.
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