L’AHCC è una delle molecole più interessanti scoperte negli ultimi anni.
L’Active Hexose Correlated Compound è una molecola naturale estratta da un fungo, chiamato Shiitake o, con il suo nome scientifico, Lentinula edodes.
L’AHCC nell’uomo ha dato prova di una serie di benefici soprattutto a carico del sistema immunitario ma i suoi effetti sembrano essere interessanti anche in ambito veterinario per la salute del cane e del gatto.
Anche i murini, utilizzati per i test di laboratorio preclinici, hanno tratto beneficio dall’assunzione della molecola.
Gli studi sugli animali da compagnia, in particolare cani e gatti, sono numericamente inferiori a quelli sugli esseri umani, ma hanno dato esito positivo, dimostrando come alcuni degli effetti apprezzabili nell’uomo siano replicabili anche negli animali.
Senza considerare gli studi sugli animali finalizzati alla sperimentazione della molecola sull’uomo, la letteratura scientifica riporta uno studio specifico sul trattamento della Leishmaniosi canina con AHCC.
La Leishmaniosi è una delle malattie più pericolose per il cane.
Si tratta di una patologia parassitaria causata dal protozoo Leishmania infantum, che si trasmette in un modo relativamente semplice, attraverso la puntura di un flebotomo, ovvero un insetto simile ad una zanzara, che si trova comunemente in tutte le zone d’Italia e non solo.
Anche l’uomo può contrarre questa malattia ma in forma quasi asintomatica e autolimitante.
Nel cane, invece, la Leishmaniosi provoca gravi danni a causa della formazione di immunocomplessi: i linfociti del cane liberano anticorpi che si attaccano al parassita, formando dei “complessi antigene anticorpo”.
Questi complessi circolano nel il sangue e si bloccano negli organi che hanno funzione di filtro come i reni e le articolazioni.
Quindi richiamano altre cellule immunitarie, scatenando una forte infiammazione e la comparsa dei sintomi tipici di questa affezione.
Per curare il cane con Leishmaniosi esistono dei farmaci a base di principi attivi specifici ma la terapia è molto lunga e, nella prima fase, porta ad un aggravamento dei sintomi.
La ricerca sull’utilizzo di AHCCnel cane ha l’obiettivo di stabilire se è possibile ridurre il tempo di guarigione dell’animale.
Lo studio ha coinvolto 69 cani malati di Leishmaniosi a cui l’integratore è stato somministrato per 180 giorni; i cani sono stati divisi in due gruppi e trattati con dosaggi diversi, rispettivamente di 10 e 17 mg di AHCC al giorno.
Entrambi i gruppi hanno registrato un numero minore di sintomi clinici rispetto al gruppo di controllo che non aveva assunto la terapia.
Inoltre, si è registrato un aumento nel numero dei linfociti CD4 e CD8, specifici per combattere la malattia.
Questo studio ha dimostrato che l’AHCC, somministrato ai cani affetti da Leishmaniosi, produce dei benefici con meccanismi d’azione probabilmente simili a quelli umani che, tuttavia, non sono stati approfonditi dalla ricerca, che si è limitata alla valutazione dei sintomi clinici e dei test diagnostici.
Sebbene non esistano studi specifici riguardanti altri utilizzi dell’AHCC in medicina veterinaria, sono molti gli zooiatri che, stante quanto dichiarato dalla più importante associazione di ricerca mondiale sull’AHCC, utilizzano l’integratore per trattare diverse patologie basandosi sui risultati ottenuti nella medicina umana.
In particolare pare che l’AHCCsi sia dimostrato valido in ambito oncologico, per rallentare o, addirittura, bloccare la crescita dei tumori.
Purtroppo l’associazione non riporta studi specifici che, probabilmente, sono in fase di sviluppo.
È bene ricordare che, per valutare l’effetto di una qualsiasi sostanza su una neoplasia, si devono verificare condizioni ben precise.
Ad esempio è necessaria la presenza di un gruppo di cani con situazioni patologiche simili su cui valutare la differenza d’impatto dell’assunzione dell’integratore e tempi di osservazione prolungati.
Sicuramente nei prossimi mesi verranno pubblicati ulteriori studi ma i successi ottenuti sull’uomo, uniti ai primi risultati positivi sugli animali da compagnia e sui murini, lasciano pochi dubbi sull’efficacia dell’integratore anche in medicina veterinaria.
Inoltre, considerando che si tratta di un integratore alimentare privo di effetti collaterali, a differenza dei farmaci, può essere testato e prescritto a qualsiasi animale affetto da una patologia che coinvolga il sistema immunitario, per valutarne il miglioramento dei sintomi clinici.